CHI HA PAURA DELLA TRASPARENZA DEI REDDITI E DEI PATRIMONI DEI PARLAMENTARI?

NONOSTANTE CHE A PAROLE TUTTI SI DICANO FAVOREVOLI, A DUE ANNI DALLA PRESENTAZIONE IL DISEGNO DI LEGGE N. 1290 PER LA ANAGRAFE DEGLI ELETTI NON HA ANCORA MOSSO UN SOLO PASSO

Intervento tratto dal resoconto stenografico della seduta pomeridiana del Senato del 21 settembre 2010 – Discussione congiunta e approvazione dei documenti: (Doc. VIII, n. 5) Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2009 ; (Doc. VIII, n. 6) Progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2010

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ichino. Ne ha facoltà.

ICHINO (PD) Signor Presidente, la collega Poli Bortone ha parlato di trasparenza in riferimento al bilancio. Io parlo in riferimento a un altro aspetto della nostra attività: quello della visibilità dei nostri redditi e dei nostri patrimoni.

Già diversi interventi hanno ricordato come questa questione sia stata sollevata da noi nell’autunno del 2008, quindi due anni fa, in occasione della discussione del bilancio del Senato di quell’anno. In particolare, osservavamo che oggi parlare di pubblicità della situazione reddituale e patrimoniale dei parlamentari significa parlare di leggibilità e accessibilità on line, in rete. Dire che redditi e patrimoni sono pubblici, ma non metterli in rete, è una “gherminella”, una presa in giro. In quell’occasione dalla Presidenza del Senato mi venne risposto che, poiché la materia era disciplinata in modo unitario per Camera e Senato, non era possibile, pur condividendo la Presidenza questa istanza (cioè l’accessibilità on line di redditi e patrimoni dei parlamentari, dei senatori in particolare), provvedere per il solo Senato, dal momento che la cosa doveva essere coordinata con la Camera.

Per risolvere il problema noi abbiamo presentato un disegno di legge (è stato già ricordato dal collega Perduca). Si tratta del disegno di legge n. 1290, i cui firmatari, oltre a me, sono la presidente Finocchiaro, Enrico Morando, Emma Bonino e numerosi altri senatori. Con diversi colleghi ho parlato in questi due anni di questo disegno di legge, in particolare con i colleghi della Commissione affari costituzionali, sempre sentendomi dire che è un disegno di legge sacrosanto, che è una cosa che deve essere fatta, che va messa all’ordine del giorno; e mi sono state date assicurazioni in questo senso. Ma il disegno di legge è ancora lì e non ha fatto un solo passo in avanti.

Nel frattempo, d’altra parte, a me risulta che il Presidente della Camera abbia manifestato una sua particolare sensibilità al problema della trasparenza, in varie occasioni e con vari provvedimenti. Mi chiedo allora che cosa abbia impedito, in questi due anni, che la Presidenza del Senato si coordinasse con la Presidenza della Camera, senza bisogno di un intervento legislativo, per realizzare questa pubblicità on line, che in realtà è la pubblicità tout court (perché se non è on line, oggi, non è pubblicità). Tuttavia in due anni ancora non è accaduto niente.

Stando così le cose, credo che qualsiasi cittadino a cui interessi questa questione non possa non chiedersi se dietro questa inerzia, questo non coordinarsi tra la Presidenza del Senato e la Presidenza della Camera, questa sostanziale paralisi nell’iter parlamentare nel disegno di legge n. 1290, non si nasconda una non volontà di trasparenza.

Concludo ricordando che significativamente abbiamo voluto presentare il disegno di legge n. 1290 il 17 dicembre 2008, nello stesso giorno in cui questa Aula approvò in prima lettura la legge Brunetta, che sancisce il principio della trasparenza totale per tutte le amministrazioni pubbliche. Volevamo sottolineare che, nel momento in cui si sancisce questo principio per tutte le amministrazioni pubbliche, è bene che noi siamo i primi a darvi attuazione per quel che riguarda noi stessi, in quanto titolari di una carica elettiva. Sappiamo che la legge Brunetta ha subito varie traversie e non può dirsi che navighi in acque tranquille; certo è che il principio di trasparenza, che almeno in linea teorica vale per tutte le amministrazioni, oggi di fatto non vale per la nostra. (Applausi dal Gruppo PD).

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