COME VERRANNO RISTRUTTURATI I RAPPORTI DI LAVORO ALLE DIPENDENZE DEL GRUPPO PD DEL SENATO

LE GUIDELINES ELABORATE DALLA COMMISSIONE INCARICATA DALLA PRESIDENZA DEI SENATORI DEMOCRATICI, PER IL RIORDINO, LA TRASPARENZA TOTALE, LA RIDUZIONE DEI COSTI E IL PERSEGUIMENTO DI UNA MAGGIORE EQUITÀ NEI RAPPORTI TRA IL GRUPPO E I SUOI DIPENDENTI

Documento elaborato dalla commissione composta da Andrea Bianchi (direttore del Gruppo Pd) e dai senatori Mario Gasbarri (tesoriere), Pietro Ichino e Tiziano Treu, 21 dicembre 2011 – Il documento è stato poi approvato dalla Presidenza del Gruppo l’11 luglio 2012, con mandato al Direttore di trarne il nuovo regolamento dei rapporti tra il Gruppo e il personale dipendente – Sulla necessità di una accurata e incisiva spending review, riferita in particolare al costo del personale dei Gruppi del Senato, v. il mio intervento in Aula del 22 giugno 2011, seguito da un altro intervento sullo stesso tema del 3 agosto 2011

RIORDINO DELLA DISCIPLINA DEI RAPPORTI DI LAVORO
ALLE DIPENDENZE DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO:
PROPOSTE PER LA PROSSIMA LEGISLATURA

La Commissione istituita dalla Presidenza del Gruppo con delibera del 20 settembre 2011, avendo esaminato la situazione attuale dei rapporti di lavoro alle dipendenze del Gruppo medesimo, delinea preliminarmente come segue la

situazione attuale di fatto:

– tutti i rapporti di lavoro di cui il Gruppo è titolare in qualità di datore di lavoro sono rapporti contrattuali di natura privatistica, regolati esclusivamente dai rispettivi contratti individuali; i contratti sono stati stipulati nel rispetto di un regolamento interno del Gruppo che disciplina la materia;
– il Gruppo ha alle proprie dipendenze 58 persone retribuite, tutte assunte con contratto a termine, per la durata della presente legislatura, alle quali si aggiungono:
– 13 con rapporto di collaborazione “a progetto”;
– 8 dipendenti in aspettativa non retribuita;
– dei 58 dipendenti retribuiti, 15 sono ex-dipendenti di altri Gruppi parlamentari disciolti, assuti in forza della delibera della Presidenza del Senato n. 58/1993 e delle delibere successive sulla stessa materia; tali delibere assegnano al Gruppo un contributo a carico del Senato, di entità variabile in relazione all’anzianità di servizio del personale;
– tutti i dipendenti (tranne quelli con contratto giornalistico) godono di una retribuzione ripartita in 15 mensilità;
– la retribuzione-base è assegnata sulla base dell’inquadramento del dipendente in una delle sei categorie previste (ausiliario, coadiutore, segretario, segretario capo, referendario, consigliere);
– per prassi sempre seguita in passato dai Gruppi parlamentari, a tutti i dipendenti del Gruppo – dunque non soltanto a quelli assunti in forza della delibera del 1993   viene riconosciuta l’anzianità di servizio eventualmente maturata in precedenza alle dipendenze di questo o di altri Gruppi;
– all’anzianità di servizio così determinata è collegata una dinamica retributiva di rilevante peso economico: precisamente da sei a otto scatti biennali (di importo indicizzato, che di fatto varia tra il 5% e il 10% della retribuzione-base) che, quando siano compiutamente maturati, producono un aumento dello stipendio dal 30% all’80% per cento circa rispetto allo stipendio iniziale;
– tutti i dipendenti godono di 35 giorni lavorativi (pari a sette settimane) di ferie ogni anno;
– alcuni dipendenti godono di superminimi ad personam; altri di indennità di funzione e di assegno individuale;
– ai tre autisti viene erogato un elevatissimo numero di ore di retribuzione maggiorata per lavoro straordinario;
– ai collaboratori è riconosciuto un compenso forfettario;

situazione attuale di diritto:

– nessuno dei benefici contrattuali sopra indicati può considerarsi come oggetto di un diritto acquisito in capo al singolo dipendente, se non per la durata del contratto a termine attualmente in fase di esecuzione;
– le delibere della Presidenza del Senato in forza delle quali quindici dipendenti sono stati assunti non obbligano il Gruppo a rinnovare l’assunzione nella prossima legislatura e, nel caso in cui il Gruppo intenda rinnovarla, non interferiscono in alcun modo nella determinazione del contenuto del contratto: oggetto di quelle delibere, in sostanza, è soltanto il contributo che il Senato eroga al Gruppo per la copertura del costo del rapporto di lavoro;
– scaduti i contratti di lavoro al termine della legislatura, all’inizio della nuova legislatura il Gruppo è pertanto libero da vincoli nella rinegoziazione dei contratti di lavoro.

Tutto ciò premesso, la Commissione ritiene innanzitutto di raccomandare alla Presidenza del Gruppo l’inserimento nel regolamento dei rapporti di lavoro di una regola di trasparenza totale, a norma della quale dovranno essere messi on line sul sito del Gruppo nome, funzione, inquadramento di ciascun dipendente, ivi compresi i collaboratori autonomi continuativi, nonché i livelli di retribuzione lorda previsti per ciascun livello e funzione.

La Commissione ritiene inoltre di indicare alla Presidenza del Gruppo le seguenti linee per un

riordino dei trattamenti per i dipendenti e per i collaboratori:

– obiettivo generale è l’armonizzazione delle regole sui trattamenti di tutti i dipendenti e collaboratori:
– l’inquadramento del personale nelle varie categorie va verificato al fine di precisare i contenuti  delle mansioni in rapporto all’attività degli uffici, al fine di facilitarne in fase applicativa  la effettiva corrispondenza alle prestazioni dei dipendenti; i differenziali  delle retribuzioni base  delle varie categorie vanno fissati tenendosi conto di quelli previsti dai contratti collettivi comparabili;
– per ragioni di trasparenza le retribuzioni devono essere ristrutturate con suddivisione delle stesse in tredici o al massimo quattordici mensilità (con riassorbimento delle mensilità ulteriori);
– secondo un orientamento oggi prevalente nella contrattazione collettiva, gli aumenti periodici di anzianità devono essere aboliti per il futuro, perché a) generano disparità rilevantissime di trattamento non corrispondenti al valore effettivo della prestazione e b) ostacolano la mobilità professionale dei lavoratori;
– gli scatti maturati in passato (che comunque non costituiscono un “diritto acquisito” in sede di negoziazione del nuovo contratto di lavoro) possono essere eventualmente conservati come superminimo ad personam, suecettibile di essere riassorbito in incrementi retributivi collettivi sopravvenuti;
– gli attuali superminimi ad personam e indennità varie devono essere sostituiti, a seconda dei casi, con:
• indennità a titolo di compenso forfetario per il lavoro straordinario (questa è probabilmente la soluzione più appropriata per i dipendenti professional addetti all’Ufficio legislativo);
• deve essere lasciato lo spazio necessario per premi individuali o di gruppo, legati a determinati risultati da conseguire o diversi parametri obiettivi, sui quali la Presidenza possa decidere anno per anno;
• deve essere conservata la possibilità di istituzione di indennità  di funzione  connesse allo svolgimento effettivo di  particolari mansioni, a discrezione della presidenza;
– sette settimane di ferie sono quasi il doppio rispetto agli standard praticati nei settori produttivi nel nostro Paese; anche senza pensare a una riduzione allo standard europeo delle quattro settimane, appare ragionevole ridurle a cinque settimane;
– occorre governare in modo più razionale la prestazione dei tre autisti, in modo da evitare, dove possibile, che essi vengano mantenuti al lavoro per periodi lunghi durante la giornata, anche quando la loro prestazione non serve; per esempio, quando siano prevedibili le fasce orarie nelle quali è indispensabile che si tengano a disposizione, questo può consentire di limitare la loro prestazione a quelle fasce orarie, evitando il pagamento di ore di lavoro straordinario, (eventualmente prevedendo una indennità forfettaria per periodi di “attesa”);
–  i contratti di collaborazione continuativa autonoma vanno utilizzati solo in casi di effettiva necessità e rigorosamente controllati, anche nella fase di esecuzione, alla stregua dei requisiti e limiti posti dalla normativa vigente.

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