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FULL DISCLOSURE: LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME

APPLICARE LA REGOLA DELLA TRASPARENZA TOTALE AIUTEREBBE IN MODO DECISIVO LA SPENDING REVIEW E STRONCHEREBBE LA CORRUZIONE

Secondo editoriale telegrafico per la Newsletter n. 199, 7 maggio 2012

Immaginiamo che, come già avviene in Svezia, Regno Unito e Usa per effetto dei Freedom of Information Acts, anche in Italia ogni cittadino abbia il diritto di frugare nei cassetti di qualsiasi amministrazione pubblica e fotocopiarne qualsiasi documento, vecchio o nuovo, senza necessità di motivare la propria richiesta di accesso: in base a quelle leggi la piena conoscibilità della res publica in ogni sua piega è un bene in sé. Comunque. A priori. Immaginiamo, poi, che da qui in avanti anche in Italia tutti i nuovi documenti, ma proprio tutti (compresi i pochi provvedimenti motivati di secretazione per le poche cose che è giusto tener riservate), debbano essere accessibili on line; e che la pubblicazione in rete di ogni contratto di fornitura o di consulenza, con corredo del curriculum del contraente privato, costituisca condizione di efficacia di qualsiasi mandato di pagamento di un’amministrazione pubblica; e che la stessa regola si applichi ai partiti. A quel punto il civic auditing si incaricherebbe di individuare gli sprechi e gli intrallazzi molto meglio di quanto non riesca a fare qualsiasi ispettorato o Corte dei Conti: la luce del sole è il migliore disinfettante.
È una riforma rivoluzionaria, che non costa nulla (all’Erario), non fa del male a nessuno (tranne a chi abbia qualcosa da nascondere) e si può realizzare in brevissimo tempo. Che cosa aspettiamo?

Su questo tema v. i miei disegni di legge n. 746/2008 [1], per la riforma delle amministrazioni pubbliche, e n. 2045/2010 [1], per la riforma della Protezione civile. Inoltre il mio articolo La luce che rischia di spegnersi [2] sul Corriere della Sera del 21 luglio 2009. V. anche un accenno alla trasparenza totale nell’intesa tra Funzione Pubblica e Sindacati [3] del 3 maggio scorso, ma ancora in termini di “vincoli e strutture” da attivare: una visione “pesante”, burocratica, mentre la full disclosure, tutt’al contrario, è fatta di assenza di vincoli e di strutture.

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