IL MANIFESTO DI MARIO MONTI PER IL NUOVO MOVIMENTO POLITICO

CON QUESTO TESTO IL CANDIDATO PREMIER SINTETIZZA LA STRATEGIA POLITICA E I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA FORMAZIONE CHE STA NASCENDO IN QUESTI GIORNI E CHE A LUI FARÀ CAPO
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Estratto dei sette punti del manifesto di Mario Monti pubblicato
on line sul sito www.Agenda-Monti.it il 31 dicembre 2012
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1. Lo spartiacque fondamentale: la scelta europea
Oggi lo spartiacque fondamentale della politica italiana corre:
. – tra coloro che sono convinti che il futuro dell’Italia non può prescindere dal contesto europeo, sul solco della strategia delineata da Mario Monti e condivisa dai principali partner europei per uscire insieme dalla crisi e coloro che sono convinti, al contrario, che la politica europea sia all’origine dei mali italiani;
. – tra coloro che intendono cogliere la grande occasione offerta da questa crisi e dalla nuova strategia coordinata a livello europeo per la crescita e l’equità intergenerazionale,  al fine di innescare un processo di rapido allineamento dell’Italia ai migliori standard europei, e coloro che considerano questo progetto velleitario (“l’Italia è diversa”, “in Italia queste cose non si possono fare”), se non addirittura socialmente ed economicamente dannoso.
Il nuovo movimento nasce oggi con l’obiettivo fondamentale di ancorare saldamente la politica italiana alla nuova strategia europea e di realizzare sul piano interno le riforme che essa rende indispensabili.
2. Superare i vecchi schemi della politica del Novecento, dando vita a una nuova  formazione politica che metta al primo posto le profonde trasformazioni di cui ha bisogno l’Italia
Il vecchio schema politico che contrappone una destra conservatrice o liberista, impegnata a perseguire l’efficienza economica, a una sinistra progressista o statalista, che si illude di conservare l’equità rifiutando il merito e la mobilità sociale, non corrisponde più a ciò che effettivamente accade nella politica italiana. Lo statalismo alligna sia a destra che a sinistra, gli
interessi corporativi e le posizioni di rendita cercano protezione tanto a destra quanto a sinistra. Così stando le cose, il suddividersi delle forze politiche secondo il vecchio schema destra-sinistra genera disorientamento dell’opinione pubblica ed è una delle cause dell’inconcludenza che caratterizza gravemente la politica italiana. La scelta più rilevante, incisiva e impegnativa che il Paese oggi può – e a nostro avviso deve – compiere è quella pro o contro la profonda trasformazione dell’Italia necessaria per la sua piena integrazione in Europa.
È dunque necessario che su questa scelta, molto incisiva e impegnativa, si concentri correttamente la campagna elettorale che si apre in questi giorni.
3. Perché non possiamo e non vogliamo considerarci né “di centro”, né “moderati”
La nuova formazione politica alla quale stiamo dando vita, adottando l’Agenda Monti come ispirazione per un programma di governo, non intende collocarsi “al centro” tra una destra e una sinistra ormai superate, bensì costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell’Italia, in contrapposizione alle forze conservatrici, prone ad interessi particolari,  a protezioni corporative  o addirittura dichiaratamente anti-europeiste. Questa nuova forza politica sarà certamente moderata nei toni; ma non nel programma perseguito, che si caratterizza invece per l’incisività delle riforme che intende realizzare.
4. Il carattere laico e pluralista della nuova formazione, unita dai valori della libertà e dignità della persona
La nuova formazione politica unisce intorno a un programma impegnativo per la crescita del Paese persone di buona volontà, credenti e non credenti, impegnate ciascuna con la propria cultura e competenza specifica a far maturare un più alto livello di etica pubblica condivisa. Laddove, su singole questioni di rilievo etico, si determinassero diversità di valutazione, ci si impegnerà a cercare insieme la soluzione più coerente con i valori della Costituzione, nel comune intento di promozione della libertà e dignità della persona, ferma restando la libertà di coscienza di ciascuno.
5. I rapporti con le altre forze politiche
Il nuovo movimento nasce con l’ambizione di raccogliere il consenso della maggioranza degli italiani, anche dando una risposta avanzata e convincente al grande numero di elettori che nelle forze politiche in campo nell’ultima legislatura non trovano una risposta che soddisfi il loro desiderio di riscatto del Paese e di ancoraggio sicuro all’Europa. Sia che questo obiettivo venga
pienamente raggiunto, sia in caso contrario, cercheremo la convergenza con le forze politiche che adottino una linea d’azione compatibile con la nostra strategia europea, anche allo scopo di fare argine al populismo antieuropeo che sta crescendo in Italia in modo preoccupante.
6. Un nuovo stile nel confronto politico e nella gestione della cosa pubblica
Il nostro impegno a uno stile politico moderato nei toni implica anche il rifiuto di qualsiasi faziosità. Aggiungiamo che, se gli italiani ci affideranno il compito di governare il Paese, ci impegneremo a svolgere questo servizio secondo un modello di comportamento politico-amministrativo rigoroso: perseguiremo – certo – con la massima coerenza il programma proposto, ma nella consapevolezza di agire esclusivamente come gestori della cosa pubblica e non come promotori degli interessi di una parte politica rispetto a quelli di altre parti.
7. Un nuovo impegno della società civile
La nostra democrazia ha bisogno di una politica forte e autorevole, alla quale i cittadini riconoscano dignità e da cui possano attendersi competenza e responsabilità. Ma la politica tornerà a essere forte solo se sarà rinnovata in profondità: scegliendo la trasparenza, assumendosi le proprie responsabilità per ogni insuccesso e aprendosi al più libero contributo della società civile. La società civile deve però rinunciare alla tentazione di restare in tribuna – accontentandosi della critica, della lamentela o della rabbia – per partecipare attivamente. Crediamo che la politica debba tornare ad essere riconoscibile, candidando figure che vivono e
lavorano nei territori che aspirano a rappresentare, così come riteniamo fondamentale regolare meticolosamente i conflitti di interesse, che rappresentano la minaccia più grande per ogni società liberale, e potenziare gli strumenti di controllo democratico e i vincoli di verifica sulla qualità e la coerenza del mandato parlamentare che siano anche funzionali al rinnovamento costante del personale politico.
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