SULLE ADOZIONI DA PARTE DI COPPIE OMOSESSUALI

LA GIURISPRUDENZA ITALIANA ED EUROPEA AFFERMA CHE NON SI PUÒ ESCLUDERE A PRIORI L’IDONEITÀ DI UNA COPPIA OMOSESSUALE A COSTITUIRE LA SOLUZIONE MIGLIORE, NELLE CIRCOSTANZE DATE, PER L’ADOZIONE O L’AFFIDO DI UN MINORE

Lettera del 19 febbraio 2013 – Segue la mia risposta  – Sulla questione più generale della non discriminazione nei confronti delle coppie omosessuali v. una lettera quasi contemporanea a questa

Caro senatore,  in una intervista di qualche giorno fa l’on. Gabriele Albertini, candidato al Senato nella sua stessa lista, ha detto parole di fuoco contro la possibilità che un bambino venga adottato da una coppia gay. Nella scheda sui diritti civili postata sul suo sito il 7 gennaio scorso lei menziona il divieto di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale delle persone, ma non parla della questione adozioni. Non pensa che la posizione espressa da Albertini sia incompatibile con quel divieto di discriminazione? Anche in vista del voto del 24 sono interessato a una sua presa di posizione chiara su questo punto.
Con stima
S.P.

In materia di adozione o affido di un minore in stato di abbandono, l’interesse assolutamente prevalente di cui il giudice deve tenere conto è quello del minore stesso. La scelta della coppia a cui dare un minore in adozione, o in affido, non può dunque essere compiuta in considerazione degli interessi di cui sono portatrici le coppie che si candidano, bensì in considerazione di ciò che può garantire il massimo benessere e serenità di una persona in tenera età. A mio avviso – ma anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e la nostra Corte di Cassazione si sono espresse recentemente nello stesso senso – il principio di non discriminazione in relazione all’orientamento sessuale esclude che una coppia omosessuale possa essere esclusa a priori dal novero delle coppie cui possa essere dato un figlio in adozione o in affido: possano infatti determinarsi situazioni – come quelle esaminate nelle sentenze poc’anzi citate (bimba affidata a madre separata dal padre, convivente con partner donna) – nelle quali il giudice ritenga che l’affido a coppia omosessuale, o l’adozione da parte di persona omosessuale, costituisca in concreto la soluzione migliore, nell’interesse del minore. Conosco personalmente due coppie femminili omosessuali straordinariamente capaci di affetto e di cura della crescita equilibrata di un bambino o bambina: escludere a priori la possibilità che un minore venga affidato a una di esse significherebbe ridurre arbitrariamente le potenzialità di assistenza all’infanzia che la nostra società è in grado di esprimere.    (p.i.)

Stampa questa pagina Stampa questa pagina

 

 
 
 
 

WP Theme restyle by Id-Lab