LA STAMPA: IL CODICE SEMPLIFICATO È UN IMPEGNO INELUDIBILE

IL GOVERNO ITALIANO, DOPO AVER PROMESSO RIPETUTAMENTE LA RISCRITTURA DELL’INTERA LEGISLAZIONE DEL LAVORO NELLA CHIAVE DELLA CHIAREZZA E DELLA FLEXSECURITY, NON PUÒ CERTO, ORA, PRESENTARSI AGLI ELETTORI E AGLI INTERLOCUTORI EUROPEI DICENDO “ABBIAMO SCHERZATO”

Intervista a cura di Roberto Giovannini pubblicata su la Stampa il 10 settembre 2014 – Per la documentazione in argomento v. il Portale della Semplificazione e della Flexsecurity

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Matteo Renzi ha preso un impegno formale in Europa per una semplificazione dello Statuto dei Lavoratori. Non è pensabile che ora il governo dica “abbiamo scherzato”.

Professor Pietro Ichino, senatore di Scelta Civica e giuslavorista, il testo della delega sul Jobs Act è ora all’esame della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, e dal 23 settembre andrà in Aula. Ma ce la farete ad approvare un testo?
Tra giugno e luglio si è manifestata la convergenza di una parte consistente dei senatori di maggioranza su di una visione precisa del passaggio dal vecchio regime di job property a un nuovo regime di flexsecurity, articolata in tre capitoli fra loro strettamente interconnessi: un Codice semplificato e contratto a protezione crescente, un nuovo assetto degli ammortizzatori sociali, un nuovo assetto dei servizi per l’impiego centrato sulla cooperazione e integrazione tra Centri per l’Impiego pubblici e agenzie private accreditate, attraverso lo strumento del “contratto di ricollocazione”. Non è poco. Nel contesto di questo nuovo sistema di protezione del lavoro, è ovvio che la delega al Governo investa anche la materia della disciplina dei licenziamenti; ma questa è soltanto una tessera del mosaico. La posta in gioco è ora molto più ampia e complessa rispetto alla pura e semplice modifica della norma sulla facoltà  di recesso del datore di lavoro: se si vuole voltar pagina rispetto al regime di job property che ha caratterizzato il regime italiano nell’ultimo mezzo secolo, occorre sostituire tutte le tessere del mosaico.

Tuttavia una parte consistente del Partito Democratico, a cominciare dal responsabile economico Filippo Taddei, che gode della fiducia del premier Matteo Renzi, non pare condividere questo approccio, in particolare sulla revisione globale dello Statuto e delle norme sui licenziamenti.
Alcuni esponenti del Pd sembrano dimenticare che l’impegno per il varo in tempi rapidi del Codice semplificato del lavoro, assunto da Matteo Renzi fin dal novembre 2012, è stato fatto proprio anche da Enrico Letta nel documento programmatico Destinazione Italia, del 19 settembre 2013, e poi nel documento Impegno Italia 2014 del febbraio scorso. E’ un impegno che entrambi i capi del governo hanno preso e ripetutamente ribadito, oltre che di fronte agli italiani, anche di fronte ai nostri interlocutori europei e agli operatori internazionali. Ed è l’impegno al quale i vertici dell’Ue e della Bce guardano con maggiore attenzione. Non è pensabile che ora il Governo italiano dica “abbiamo scherzato”.

Una delle ragioni che sembrano spingere il governo ad evitare una riscrittura ampia della legge 300 del ’70 è quella di evitare un lungo conflitto in Parlamento e tempi lunghi per l’approvazione della delega prima e dei decreti poi…
L’impegno per la delega al governo sul Codice semplificato è già stato formalizzato dalla maggioranza e approvato da Senato e Camera nella premessa del decreto Poletti. Si tratta ora di inserire nell’art. 4 del disegno di legge una delega di contenuto identico. Sul piano dell’attuazione della delega, poi, le tre edizioni successive del progetto di Codice semplificato mostrano come l’opera della semplificazione legislativa sia possibilissima, anche in tempi molto brevi.

Un progetto di Codice, ricordiamo, da lei elaborato. Torniamo alla delega: sembrano emergere novità  in tema di demansionamento e controllo a distanza dei lavoratori. Come le valuta?
Per darne un giudizio, occorrerebbe vedere il testo proposto da chi propone queste modifiche. Su entrambe le materie comunque il Codice semplificato contiene una soluzione molto equilibrata, oltre che aggiornata al nuovo contesto tecnologico, che ha passato il vaglio di centinaia di incontri in sede politica, sindacale e accademica.
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