LA DICHIARAZIONE DI RENZI SUI LICENZIAMENTI NEL SETTORE PUBBLICO

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONFERMA DI AVERE LUI STESSO DECISO LA SOPPRESSIONE DEL COMMA CHE PREVEDEVA L’ESCLUSIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO PUBBLICI DAL CAMPO DI APPLICAZIONE DEL NUOVO DECRETO – AGGIUNGE CHE DELLA MATERIA DOVRÀ COMUNQUE OCCUPARSI IL PARLAMENTO NEL D.D.L. MADIA PER LA RIFORMA DELLE P.A.

Dichiarazione rilasciata a Paolo Fantauzzi, dell’Agenzia Il Velino, 29 dicembre 2014.

Nella conferenza-stampa di oggi il Presidente del Consiglio per prima cosa ha confermato di avere lui stesso deciso la soppressione, nel testo del decreto sul contratto a tutele crescenti, del comma 3 dell’articolo 1, che mirava a escludere l’applicazione della nuova disciplina anche nel settore pubblico. Se questa scelta del Governo verrà confermata a gennaio in seconda lettura, dunque, la nuova disciplina dei licenziamenti sarà applicabile anche nel settore pubblico. Il Presidente del Consiglio ha poi affermato che la questione dovrà essere affrontata anche nel disegno di legge Madia per la riforma delle amministrazioni pubbliche. Ci sono infatti degli ottimi motivi per prevedere delle regole di governance interna agli enti pubblici, in particolare disposizioni sul modo in cui la facoltà di recesso dal rapporto di lavoro deve essere esercitata in questi enti. Come accade nei public bodies anglosassoni, dove il licenziamento non può essere deciso da un singolo dirigente, ma soltanto da un organo collegiale. Si tratta però di norme riguardanti l’organizzazione interna dell’ente. La disciplina generale della materia nel settore pubblico può benissimo essere – come è oggi – quella generale, che si applica a tutti i rapporti di lavoro.

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