PERCHÉ NON PARTECIPERÒ AL CONGRESSO DI SC

LE RAGIONI DELLA MIA SFIDUCIA NELLA CAPACITÀ DI SCELTA CIVICA DI RIPROPORSI COME PARTITO NAZIONALE OGGI E ALLE PROSSIME SCADENZA ELETTORALI

Editoriale telegrafico, 8 gennaio 2015 – In argomento, oltre alla lettera aperta citata nel testo, v. anche la mia  intervista a Italia Oggi del 1° luglio 2014 e l’editoriale del 26 maggio 2014 L’insuccesso (non inutile) di Scelta Civica

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In una Lettera aperta agli amici di Base civica del luglio scorso ho scritto: “la mia sfiducia nella possibilità di Scelta Civica di riproporsi come partito nazionale oggi e alle prossime scadenze elettorali nasce: a) dalla constatazione di un grave difetto di leadership di cui essa ha sofferto e più che mai soffre oggi; b) da un grande rispetto per l’orientamento espresso dagli elettori, che il 25 maggio le hanno negato il voto; c) dal mutamento epocale che mi sembra si stia determinando nelle forme e negli strumenti della politica italiana”. Ho spiegato punto per punto; e ho indicato come mi propongo comunque di adempiere il mandato ricevuto dagli elettori nel febbraio 2013, fino al termine di questa legislatura. Oggi a quei tre argomenti – che confermo parola per parola – se ne aggiunge un quarto: l’improponibilità di un “congresso”, come quello che qualche deputato di Scelta civica si propone di celebrare a fine gennaio, svolto in pieno secolo XXI secondo la logica del “chi porta più tessere vince”, oltretutto in un partito che non ha mai avuto una vera base di tesserati. Condividono questo mio rifiuto quasi tutti i membri del Gruppo SC al Senato (che continua a esistere e al quale continuo ad appartenere), quasi tutti i membri SC del Governo e alcuni deputati SC; il nostro impegno in Parlamento e nelle istituzioni, sulla linea del programma per il quale siamo stati eletti, prosegue con la stessa determinazione di prima.

 

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