BONANNI: SI’ ALLA STRATEGIA DEL “CONTRATTO UNICO”

UN’APERTURA DEL SEGRETARIO DELLA CISL AL PROGETTO DI CONTRATTO DI LAVORO A PROTEZIONE CRESCENTE CON L’ANZIANITA’ DI SERVIZIO

Un passaggio della relazione con cui Raffaele Bonanni ha aperto il XVI congresso nazionale della Cisl a Roma, il 20 maggio 2009

[…] La tutela attiva del lavoratore – E’ innanzitutto la crisi che mette all’ordine del giorno le questioni prioritarie con cui dobbiamo misurarci. La mancanza di un sistema di ammortizzatori sociali di tipo universalistico è diventata subito, con l’aggressione della crisi all’occupazione, emergenza sociale rispetto ad un mercato del lavoro ben più ampio e articolato di quello di vecchia matrice fordista, con le tutele storiche ancora in vigore.
E’ il conto pesante del dualismo del nostro mercato del lavoro, la cui parte debole sono i lavoratori con i contratti flessibili, spesso sottopagati e, malgrado alcuni miglioramenti ottenuti in questi anni con l’impegno fattivo della Cisl, in molti casi privi del tutto o con coperture molto ridotte, di tutele sociali contro la disoccupazione, la malattia, la maternità.
La prospettiva previdenziale è negativa per la minore ritardata carriera lavorativa e la minore copertura contributiva, per l’impossibilità della pensione integrativa.
In questi mesi abbiamo fortemente perseguito il rafforzamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi quelli con rapporti flessibili, sostenendo la collaborazione interistituzionale, la entità finanziaria (oltre 8 miliardi), la qualità degli interventi per un rapporto attivo con il lavoro (reddito, formazione, contratti di solidarietà), il decentramento delle responsabilità.
Ora bisogna proseguire il cammino e far avanzare con pazienza il processo di unificazione del mercato del lavoro innovando ancor più e facendo crescere l’intesa tra i soggetti del lavoro e le istituzioni e mobilitando i territori per soluzioni sussidiarie a sostegno delle prestazioni universali.
Confermiamo la scelta dello Statuto, ma siamo aperti al dibattito sull’introduzione del contratto unico purché in un contesto efficace di relazioni sindacali e di tutele attive del lavoro e con una progressività di diritti e tutele riconducibili allo Statuto dei nuovi lavori.
Non vorremmo che con l’invenzione elitaria confezionata in laboratorio del contratto unico si volesse avvallare la tesi sbagliata, avversata da noi, che la precarietà del lavoro dipenda dalla flessibilità e dal numero delle tipologie dei rapporti e non da una flessibilità non contrattata, mal pagata e non tutelata.
Si tratta di fare avanzare quella tutela attiva del lavoratore per l’occupabilità, come si è delineata, per il grande impegno della Cisl contro ogni conservatorismo e radicalismo sindacale e politico, con la “legge Biagi” del Governo Berlusconi e con l’”Accordo sul welfare” del 2007 con il Governo Prodi, con un ruolo forte della contrattazione e della bilateralità.
Per sostenere questa strategia della tutela attiva del lavoratore, è anche necessario aprire alla concertazione sociale, liberandolo dalle esclusive logiche di bilancio, lo sviluppo dell’istruzione, integrata ai livelli superiori con la formazione e il lavoro. Senza riforma degli ammortizzatori non potremmo sostenere, in termini socialmente compatibili, la nuova competitività agguerrita su flessibilità/innovazione e perseguire i tassi di occupazione di Lisbona, essenziali per la crescita dell’Italia.
E’, infine, partendo dal mercato del lavoro, che dobbiamo sviluppare una iniziativa forte di integrazione degli immigrati (anche ai diversi livelli di delegati e dirigenti della nostra organizzazione) e delle loro famiglie, che è il modo giusto di coniugare solidarietà e legalità, di combattere xenofobia e razzismo.
Il diritto all’asilo politico, alla salute, allo studio sono riconosciuti dalla nostra Costituzione come diritti della persona. L’entrata irregolare si contrasta non definendola un “reato”, ma con una politica europea di contrasto alla criminalità e di sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine.
Gli immigrati devono essere liberati dalla precarietà della loro presenza legale. Occorrono quelle riforme sul diritto di cittadinanza e sul diritto di voto che danno senso alla prospettiva di integrazione per chi ha deciso di restare stabilmente in Italia e soprattutto per le seconde generazioni.
[…]

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