COME E QUANTO DEVE ESSERE PROTETTO CHI NON PAGA IL MUTUO SULLA CASA?

SE VOGLIAMO ESSERE PIÙ PROTETTIVI VERSO IL DEBITORE INADEMPIENTE, AUMENTIAMO IL NUMERO DELLE RATE NON PAGATE NECESSARIO PERCHÉ LA BANCA CREDITRICE POSSA PROCEDERE AL PIGNORAMENTO DELL’IMMOBILE IPOTECATO, MA NON AFFIDIAMO LA “PROTEZIONE” DEL DEBITORE ALL’INEFFICIENZA DELLA GIUSTIZIA

Lettera pervenuta il 4 marzo 2016 – Segue la mia risposta.

Caro senatore, leggo di questo progetto di legge che dovrebbe consentire l’esproprio automatico della casa nel caso di mancato pagamento di sette rate (o anche 18, non è rilevante). Dunque il lavoratore che si ritrova disoccupato, con la famiglia da mantenere, se ha la disgrazia di non ritrovare un’occupazione molto rapidamente dovrebbe andare con moglie e figli a dormire sotto i ponti? E questo sarebbe un governo di centrosinistra? Ma fate il piacere!
Ernesto Rescaldina

Se vogliamo essere più protettivi verso il debitore inadempiente, aumentiamo il numero delle rate non pagate necessario perché la banca creditrice possa procedere al pignoramento e vendita dell’immobile ipotecato (è quanto il Governo sembra orientato a proporre con l’aumento del numero di rate non onorate da 7 a 18; se riteniamo che 18 siano insufficienti, aumentiamo questo numero); ma non ha alcun senso che affidiamo la protezione del debitore all’inefficienza della giustizia: questo farebbe sì che ogni guadagno di efficienza degli uffici giudiziari si traduca in una minor “protezione” per i mutuatari morosi. Per altro verso, non c’è una sola ragione che giustifichi uno spreco di attività giudiziale dove non c’è controversia da decidere, bensì soltanto un semplice dato contabile da riscontrare.

Occorre invece tenere sempre presente che il prezzo della protezione dei debitori morosi non lo pagano solo le banche creditrici; lo pagano anche i molti che aspirano ad avere il mutuo per l’acquisto della casa e sarebbero corretti e puntualissimi nel pagamento delle rate, ma vengono privati di questa possibilità a causa delle difficoltà e ritardi incontrati dalle banche per recuperare il denaro prestato a chi il mutuo lo ha avuto ma non lo paga: difficoltà e ritardi che inevitabilmente producono l’effetto dell’applicazione di criteri più restrittivi per l’attivazione dei mutui, oltre che di una riduzione delle risorse disponibili.

Detto questo, aggiungo un po’ alla rinfusa queste osservazioni ulteriori:
1. la vendita dell’immobile non produce immediatamente lo sfratto del vecchio proprietario, per il quale è sempre necessario che l’acquirente dell’immobile agisca in giudizio chiedendo un provvedimento esecutivo;
2. chi perde il posto oggi, comunque, non corre immediatamente questo rischio, dal momento che gode di un trattamento di fine rapporto e di un trattamento di disoccupazione pari al 75 per cento dell’ultima retribuzione: prima che si accumulino 18 rate di mutuo non pagate la possibilità di ritrovare un’occupazione normalmente c’è, anche in questo periodo di uscita lenta dalla crisi;
3. a non pagare le rate del mutuo, poi, non è sempre un lavoratore sfortunato che non riesce a ritrovare un’occupazione: l’esperienza concreta mostra anche casi di mutuatari che non pagano il mutuo ma hanno la casa in riviera e girano con l’auto sportiva, essendo resi arroganti dalla lentezza della giustizia; oppure di sciagurati che perdono sistematicamente quel che guadagnano al gioco; oppure ancora – è incredibile, ma capita anche questo – di persone che per vari motivi scompaiono dalla circolazione, talvolta emigrano all’estero, smettendo di pagare le rate e abbandonando l’abitazione che risulta ancora di loro proprietà;
4. vanno considerati, poi, i molti casi in cui, stante l’enorme ritardo nella vendita dell’appartamento del condomino moroso, le relative spese condominiali vengono di fatto accollate per anni e anni agli altri condomini;
5. infine, qualche rilievo va pur dato all’esigenza di decongestionare i nostri uffici giudiziali: che senso ha appesantire il loro lavoro mobilitando giudici, avvocati e cancellieri per un procedimento giudiziale ordinario del quale non c’è alcun bisogno, dal momento che il mancato pagamento di un determinato numero di rate del mutuo è immediatamente accertabile con un procedimento molto più semplice e rapido?    (p.i.) 

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