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SE LA MEMORIA DI FATTI ATROCI, DI UNA TRAGEDIA IMMANE, VIENE RIDOTTA A GADGET COMMERCIALE, NON RESTA CHE L’INVETTIVA DI PRIMO LEVI

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 396, 12 dicembre 2016

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Alcuni scampati allo sterminio, il giorno della liberazione di Auschwitz

Alcuni scampati allo sterminio, il giorno della liberazione di Auschwitz

Sabato con Il Giornale veniva distribuito anche il libro di Hitler, dove si delineano le tesi che sono costate la vita a sei milioni di persone, irresponsabilmente ristampato dall’editore del quotidiano senza un commento, né una introduzione critica. Pur di aumentare la languente tiratura del Giornale, il suo direttore non esita a degradare la memoria di fatti atroci, di una tragedia immane che ha segnato la nostra epoca, a gadget commerciale: che importa se questo significa versare sale su ferite ancora aperte di persone vive, oltraggiare milioni di morti?
Primo Levi ammonisce: “meditate che questo è stato”. Se al Giornale non avete né la capacità né la voglia di meditare, allora “i vostri nati torcano il viso da voi” (Se questo è un uomo, pagina 1).

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