SIAE: GLI EFFETTI DISASTROSI DELLA MANCANZA DI CONCORRENZA

ALCUNI DATI SUI RISULTATI IMPRESENTABILI DELLA RISCOSSIONE COLLETTIVA DEI DIRITTI D’AUTORE, A CONFRONTO CON I RISULTATI DELLE AGENZIE CHE SVOLGONO LA STESSA FUNZIONE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI: UN GAP IMPRESSIONANTE, CHE HA POTUTO PRODURSI E MANTENERSI NEL TEMPO SOLO IN VIRTÙ DEL NOSTRO REGIME DI MONOPOLIO ISTITUITO NEL 1941

Due tabelle estratte dal documento dell’Associazione Italiana Editori, Nota AIE sul recepimento della Direttiva 2014/26/UE, luglio 2016 – In argomento v. anche: la mia intervista Sull’impegno del Governo per la liberalizzazione della funzione della Siae; il mio intervento in Senato del 21 luglio 2016;e l’ordine del giorno approvato dal Senato quasi all’unanimità il giorno successivo   .
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Sede SiaeLe due tabelle che seguono, estratte da un documento diffuso dall’Associazione Italiana Editori in questi giorni, mostrano l’impressionante livello di inefficienza del sistema italiano di protezione dei diritti d’autore, centrato sul monopolio Siae. Nella prima delle due tabelle qui riprodotte si vedono i diritti di riproduzione riscossi nei diversi Paesi europei: dove l’Italia si colloca al terz’ultimo posto, con un dato di 49 euro riscossi ogni 1000 abitanti, a fronte degli 8.600 della Danimarca, 1.200 del Regno Unito, 1.090 della Germania, 759 della Francia, e così via. Nella seconda tabella si vedono i diritti di prestito bibliotecario riscossi nei diversi Paesi europei: qui l’Italia si colloca addirittura all’ultimo posto, con 26 euro riscossi ogni 1000 abitanti, a fronte di una media europea (senza l’Italia) di 269 euro, e di performances enormemente migliori dei Paesi scandinavi (sopra i 1500 euro), ma anche di Francia, Regno Unito e Germania, che fanno registrare una raccolta intorno a  cinque volte superiore alla nostra. È ben vero che questi risultati impresentabili sono anche l’effetto di una inadeguata regolazione specifica della materia; ma l’evidente disallineamento della regolazione rispetto al resto d’Europa è a sua volta un effetto dell’inefficacia dell’azione svolta dalla Siae nella promozione degli interessi di autori ed editori.

icona-dwl8Scarica la tabella relativa ai diritti di riproduzione, in formato pdf

 

icona-dwl8Scarica la tabella relativa ai diritti di prestito bibliotecario, in formato pdf

 

Questo risultato impresentabile, che penalizza gravemente l’editoria, gli scrittori e i musicisti italiani, costituisce l’effetto di un regime istituito da una legge del 1941, che rende non contendibile la funzione svolta (malissimo) su questo terreno dalla Società Italiana Autori ed Editori. È ben vero che l’esercizio del diritto d’autore nel campo delle riproduzioni e dei prestiti bancari richiede una gestione collettiva; ma anche in questo campo la funzione, ancorché necessariamente svolta in forma collettiva, deve essere contendibile. Ora, tra l’altro, lo impone la direttiva europea n. 2014/26, entrata in vigore nell’aprile scorso. Proprio il fatto che gli autori e gli editori italiani siano stati privati di questa facoltà di scelta ha consentito alla Siae di toccare impunemente l’abisso di inefficienza che è sotto gli occhi di tutti: per nostra fortuna il diritto europeo non consente più la sopravvivenza di questo regime.

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