NON PER CASSA, MA PER EQUITÀ, TAGLIARE ALMENO IL DI PIÙ DEI VITALIZI FUTURI

I TRE OSTACOLI (TECNICO, GIURIDICO E POLITICO-ECONOMICO) CHE IMPEDISCONO DI ACCOGLIERE LA PROPOSTA BOERI PER LA GENERALITÀ DELLE PENSIONI D’ORO NON IMPEDISCONO DI ACCOGLIERLA PER I TRATTAMENTI DI QUIESCENZA DEI POLITICI

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 406, 19 settembre 2016 – In argomento v. anche il mio intervento sul Corriere della Sera dell’agosto 2013, Le pensioni d’oro che vanno tosate (e come farlo) l’intervista del novembre 2013 Ancora sulle pensioni d’oro, e l’intervento sul Foglio del 7 novembre 2015, Perché Renzi dice no a Boeri.
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Nel novembre 2013 Matteo Renzi indicò nel proprio programma per le primarie una tosatura della parte non guadagnata delle pensioni superiori a 3.500 al mese: una riduzione, cioè, della differenza tra la rendita effettivamente percepita e quella che sarebbe stata la stessa rendita se calcolata sulla base di quanto effettivamente versato dall’interessato durante la propria vita lavorativa.

 Tito Boeri, presidente dell'Inps

Tito Boeri, presidente dell’Inps

Abbiamo visto altrove i motivi di ordine tecnico, giuridico e politico-economico che hanno indotto il Governo ad accantonare questa idea: l’impossibilità tecnica per la mancanza di una parte dei dati più antichi nell’archivio informatico dell’Inps (su questo punto il presidente dell’Istituto Boeri potrebbe e dovrebbe dirci qualcosa di più preciso); gli ostacoli di natura costituzionale alla modifica dell’importo di pensioni già attivate e all’imposizione di una tassa sui soli redditi alti da pensione; infine la sproporzione tra il risparmio ottenibile con il taglio ipotizzato (stimato intorno a un miliardo di euro all’anno) e i possibili effetti negativi sui consumi, prodotti anche soltanto dal dibattito politico sulla misura in questione. Ancora nei giorni scorsi il sottosegretario Nannicini ha richiamato questi ostacoli per spiegare l’impraticabilità della proposta rinnovata da Tito Boeri, nel senso di un riequilibrio retrospettivo tra “pensioni d’oro” e pensioni più basse. D’accordo. C’è però un capitoletto della proposta Boeri in riferimento al quale i tre ostacoli sopra richiamati non ci sono: né quello della mancanza dei dati, né quello di ordine costituzionale, né quello di ordine politico-economico. Mi riferisco ai vitalizi non ancora attivati di deputati, senatori e consiglieri regionali che sono in carica da prima del 1° gennaio 2012: più precisamente alla parte di quei vitalizi (non ancora attivati) maturata fino al 31 dicembre 2011 e calcolata ancora con il sistema retributivo. Che cosa impedisce di completare l’opera avviata alla fine del 2011 dal Governo Monti, imponendo d’ora in poi il sistema di calcolo contributivo per tutti questi trattamenti? Certo, l’Erario non risparmierà più che qualche milione all’anno; ma sarà un’opera di giustizia che contribuirà a restituire al ceto politico italiano una parte almeno della credibilità perduta.

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