IL RINNOVO DEI METALMECCANICI

RINASCE IL SISTEMA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI NEL SETTORE, CON UNA SVOLTA CULTURALE MOLTO IMPORTANTE – IL PASSO ULTERIORE CHE RESTA DA COMPIERE

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 416, 27 novembre 2016 – Segue il link che consente di scaricare il testo dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore metalmeccanico stipulato il 26 novembreIn argomento v. anche I paradossi e l’ingiustizia del contratto nazionale     .
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Il tavolo del negoziato

Le campane a festa sono più che giustificate, per almeno cinque ragioni. 1) Perché è il primo rinnovo che torna a essere stipulato da tutti e tre i sindacati maggiori, Fiom Fim e Uilm, da otto anni a questa parte. 2) Perché rinasce un sistema di relazioni industriali degno di questo nome in un settore decisivo per l’economia nazionale, con un prezioso recupero di rapporti di amicizia e fiducia personali tra i leader del settore, di ambo i campi. 3) Perché delinea la vera funzione oggi propria del contratto collettivo nazionale: che non è quella di determinare la dinamica salariale, ma quella di stabilire uno standard retributivo minimo di categoria, di dettare una disciplina di default del rapporto, e di organizzare ciò che al livello aziendale non può essere organizzato: la previdenza e l’assistenza sanitaria integrative. 4) Perché, collocandosi in questo ordine di idee, inaugura una tecnica normativa nuova per la determinazione dello standard minimo salariale, basata su di una regola generale di assorbibilità dei “superminimi” negoziati al livello aziendale o individuale nel minimo nazionale, salva diversa pattuizione esplicita. 5) Perché risponde positivamente agli incentivi disposti dal Governo per la contrattazione al livello di impresa del welfare aziendale e dei premi di produttività o di redditività, che devono diventare d’ora in poi il vero motore della dinamica salariale. Detto questo, però, va anche aggiunto che resta un pezzo di cammino da compiere sulla strada della riforma della struttura della contrattazione collettiva. Perché un salario minimo orario di 7,5 euro vale in Calabria, in termini di potere d’acquisto reale, il trenta per cento in più rispetto alla Lombardia; e viceversa proprio per lo sviluppo del Sud è indispensabile consentire che con il contratto aziendale i lavoratori “scommettano” una parte di questo minimo sul successo di un nuovo piano aziendale. Per questo occorre più libertà nella scelta della struttura retributiva al livello d’impresa. Ma un passo importantissimo nella direzione giusta è stato comunque compiuto.

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icona-dwl8 Scarica il testo dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl metalmeccanico

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