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GLI INCERTI DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA

QUALCHE DIFFICOLTÀ CHE MICHELE EMILIANO INCONTRERÀ NEL SUO TENTATIVO DI IMITARE I METODI DELLA CASALEGGIO & ASSOCIATI

L’Amaca di Michele Serra, pubblicata su la Repubblica del 9 aprile 2017   

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Democrazia diretta 1“Scriverò insieme a tutti voi il discorso politico da presentare al confronto con Renzi e Orlando”, annuncia nella sua pagina Facebook Michele Emiliano. Si capisce il fascino della democrazia partecipata: ma concretamente come si scrive un comizio collettivo? Ognuno consegna un bigliettino con una frase, poi si confeziona il tutto con la tecnica del collage? Gli si telefona, lui prende nota e fa una sintesi ragionata? E se poi uno gli dice “adoro i gasdotti e tagliuzzo gli ulivi col temperino”, fa finta di non avere sentito o prevede un breve inciso che renda onore alle minoranze interne?

Ma poi: con tutto quello che c’è da fare nella vita, le giornate pienissime, lo stress, le agende che incrudeliscono, gli appuntamenti che incombono, bisogna anche trovare il tempo per aiutare Emiliano a scrivere il suo discorso? E a parte la prevedibile renitenza (quelli che lo incontrano, anche vecchi amici, e si voltano dall’altra parte fischiettando per il terrore che lui gli chieda una frase, un rigo appena), ha messo nel conto, Emiliano, la cattiveria della gente? Che quando lui pronuncerà la frase più ficcante, il pensiero più seducente, la gente dirà, dandosi di gomito, “questa mi sa che gliel’ha suggerita qualcuno”.

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