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I CATALANI (E LA SPAGNA) SBAGLIANO A GUARDARE INDIETRO, INVECE CHE AVANTI

Puoi essere il più ricco, il più intelligente, il più colto, il più forte, ma senza tutti gli altri ti ridurresti a raccogliere bacche e radici, vestito di stracci

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 453, 5 ottobre 2017 – In argomento v. anche l’articolo di Alessandro Maran su Referendum, Autonomia e Federalismo [1] e quello di Roberto Casati, La guerra che fu, e l’Europa di oggi [2]      .
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La Catalogna e l'Europa

La Catalogna e l’Europa

Vale per le regioni – che si chiamino Catalogna, Lombardo-Veneto, o Fiandre – la stessa cosa che si può dire alle singole persone: puoi essere il più ricco, il più intelligente, il più colto, il più forte, ma senza tutti gli altri le tue superiorità non ti servirebbero a nulla, passeresti la giornata in miseria, vestito di stracci, a raccogliere bacche e radici. Rivendicare l’indipendenza sovrana per una regione di qualche milione di abitanti poteva avere un senso due secoli fa; non ha più alcun senso oggi, quando la libertà e la ricchezza di ciascun popolo dipende per la maggior parte dalla cooperazione con tutti gli altri, da un ordinamento sovranazionale che governi in modo equo il movimento e gli scambi di persone, beni, servizi e capitali, almeno al livello continentale. Immaginiamo che i ricchi, colti e forti catalani riescano a conquistare l’indipendenza sovrana; il giorno dopo si ritroverebbero fuori dall’UE, costretti a chiedere il visto per uscire da loro triangolino di territorio; vedrebbero le esportazioni che sono state la loro fonte principale di ricchezza azzoppate dai dazi; dovrebbero darsi una diplomazia internazionale e un esercito, che costerebbero molto di più di quanto costi loro oggi l’appartenenza alla comunità fiscale spagnola, oltretutto in regime di forte autonomia regionale. Giusto chiedere un miglioramento delle regole di convivenza e cooperazione, in modo che esse responsabilizzino tutti per il superamento delle disparità di ricchezza, impedendo i parassitismi e gli opportunismi; ma per questo occorre guardare avanti, non indietro. Occorre guardare agli Stati Uniti d’Europa, non a un ritorno ai nazionalismi dei due secoli passati. Certo, anche il consenso su questo obiettivo va costruito insieme; e su questo terreno il Governo di Madrid non ha brillato più di quello di Barcellona. Ma entrambi sbagliano gravemente cercando la salvezza in un’azione di forza l’uno contro l’altro: la salvezza, per entrambi, sta nella costruzione della nova Europa.

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