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AMAZON, IL JOBS ACT E LE POLEMICHE CHE GIRANO A VUOTO

Risposta a Piero Grasso ed Enrico Rossi (LeU): il bracciale brevettato serve soltanto a facilitare il reperimento dell’oggetto giusto sugli scaffali e a segnalare l’eventuale errore – Se fosse finalizzato al controllo a distanza sul lavoro, in Italia sarebbe vietato ora, come lo sarebbe stato prima della riforma del 2015

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Intervista a cura di Paolo Ceccarelli, pubblicata sul dorso toscano del
Corriere della Sera il 4 febbraio 2018 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico Amazon: il bracciale della discordia [1]   .
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Scarica la pagina del Corr. Fiorentino in formato pdf [2].

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Amazon 4«Il presidente del Senato e il governatore della Toscana parlano di cose che non conoscono. Il brevetto di Amazon non prevede uno strumento di controllo a distanza e non ha a che fare con il Jobs Act». Pietro Ichino, senatore uscente e soprattutto ispiratore della legge di riforma del lavoro, è convinto che con il braccialetto brevettato da Amazon il Jobs Act non c’entri per nulla e soprattutto che dal Jobs Act non si possa tornare indietro. Ed è molto duro con il governatore Enrico Rossi e con Liberi e Uguali, che sostengono il contrario.

Senatore, il governatore della Toscana Rossi ha detto che senza il Jobs Act non ci sarebbero stati i braccialetti controlla-lavoratori di Amazon. Lei che è un po’ il padre spirituale della legge, come risponde?
Stavolta Rossi ha parlato di una cosa che non conosce. Il brevetto ottenuto da Amazon non ha per oggetto alcun dispositivo di controllo a distanza: serve solo per facilitare il reperimento dell’oggetto giusto sugli scaffali e segnalare l’eventuale errore. Solo che, essendo in forma di braccialetto, ha richiamato alla mente quello usato dalla polizia giudiziaria. Ma sono due cose completamente diverse.

Però è vero che il Jobs Act prevede la possibilità di controllare i lavoratori da remoto…
No. La norma del 2015 ha solo escluso la necessità di contrattazione preventiva per l’utilizzo degli strumenti normalmente “utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa”, come il pc, il cellulare, il gps sull’auto, facendo comunque salva la protezione della privacy dei lavoratori contro possibili intrusioni da parte dell’impresa e istituendo il diritto dei lavoratori all’informazione su qualsiasi uso che l’impresa faccia di informazioni provenienti da quegli strumenti. Ma viene mantenuto il divieto di attivare dispositivi finalizzati direttamente al controllo a distanza. Se il bracciale di Amazon fosse finalizzato a questo, sarebbe vietato oggi, così lo sarebbe stato prima del 2015.

Non è stato comunque un cedimento culturale aver modificato la norma?
Lei è a conoscenza di un solo caso, prima del 2015, in cui un sindacato abbia preteso di contrattare preventivamente l’utilizzo in azienda dei pc, o dei cellulari, o dei sistemi di localizzazione satellitare sulle auto? Non è accaduto mai. La riforma ha soltanto aggiornato una norma dettata mezzo secolo fa, quando pc, cellulari e gps erano totalmente sconosciuti.

Amazon 2Senatore, il Jobs Act resta uno dei motivi profondi della frattura a sinistra. Col senno di poi, valeva la pena di forzare? Ora con il centrosinistra diviso rischiano di vincere i Cinque Stelle, che vogliono abrogare la legge…
L’unica speranza che abbiamo di vedere crescere la quantità e la qualità del lavoro degli italiani è legata all’integrazione sempre più stretta del nostro Paese nell’UE, che a sua volta richiede, insieme a diverse altre cose molto importanti, anche una armonizzazione del nostro diritto del lavoro rispetto al resto del continente. Se un ipotetico M5S al governo volesse davvero proseguire questo processo di integrazione, come ora sostiene il suo leader Di Maio, non potrà tornare indietro sul lavoro, come non potrà farlo sulle regole di bilancio.

Il programma del Pd presentato venerdì a Bologna prevede la riduzione del cuneo fiscale di 4 punti in 4 anni. È fattibile?
Questo obiettivo è indicato anche nell’ultimo Documento di Economia e Finanza del governo Gentiloni. Non solo è fattibile, ma è indispensabile per rafforzare la crescita della domanda di lavoro e allinearci, anche per questo aspetto, agli altri maggiori Paesi europei.

Amazon 3E la riduzione della disoccupazione giovanile dal 32% a meno del 20 in una legislatura? Non è poco realistica?
No. Abbiamo visto nel corso del 2015 quanto la domanda di lavoro sia sensibile alla decontribuzione; ora abbiamo introdotto una decontribuzione al 50% proprio per i giovani. Ed è una misura non più congiunturale, ma strutturale, cioè permanente. Se a questo aggiungiamo l’intervento sugli Istituti Tecnici Superiori e sui corsi universitari professionalizzanti, l’obiettivo di 100.000 giovani al lavoro in più ogni anno per cinque anni non è affatto velleitario.

Lei non è ricandidato a queste elezioni. È stata una scelta?
Il Pd ha fissato il limite delle tre legislature, e io ho fatto tre legislature.

E ora che farà?
Ho ancora qualche cosa da offrire alla politica italiana, ma in questa fase posso rendermi più utile nella veste di studioso e di opinionista che nelle vesti di parlamentare.

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