UNA NUOVA DENUNCIA DELL’INUTILITA’ DEI “SUPER-STAGE” CALABRESI

LA LETTERA CORAGGIOSA DI UNA STAGISTA CONFERMA LA FONDATEZZA DELLE CRITICHE MOSSE FIN DALL’INIZIO ALL’INIZIATIVA SCONSIDERATA DELLA REGIONE CALABRIA

Lettera pervenuta il 10 dicembre 2009; segue un mio breve commento  – V. in proposito anche l’interrogazione presentata al ministro Sacconi il 15 gennaio 2009; sullo stesso tema v. anche gli scambi di lettere con i Presidenti del Consiglio e della Giunta della Regione Calabria, del 14 e 15 gennaio, e la lettera al Corriere di alcuni dei laureati interessati agli stage

Salve  Senatore,
sono Maria Grazia, vincitrice di un voucher formativo “programma Stages” che  mi vede coinvolta alle dipendenze del Consiglio regionale calabrese da più di un anno.
Lei conosce bene l’argomento visto che è stato attivo nel dibattito iniziale. A distanza da un anno, dopo aver fatto esperienza di questo progetto mi ritengo matura per poterlo criticare; Le scrivo per denunciare la carenza formativa dello stage regionale, più volte denunciata agli enti competenti e con scarsi risultati ottenuti. Fortunatamente rispetto a tanti altri colleghi stagisti noi giovani laureati con il massimo dei voti in Calabria prendiamo una remunerazione, che compensa in tanti di noi il baratro formativo; per questo, però, si è creato un tacito consenso e molti di noi si accontentano e sperano in una futura assunione in questi uffici.
Mi sono decisa a far pubblicare un articolo sul giornale locale (oggi ho inviato l’articolo) il quale era stato già a suo tempo scenario di dibattiti tra lei e il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova, nonchè i rettori dei tre atenei calabresi… molti pezzi grossi coinvolti… ma alla fine, quello che era uno stage fatto ad hoc per noi giovani eccellenze inoccupate e disoccupate calabresi con l’appellativo di “alta formazione”, si è rivelato essere una manovalanza per comuni ed enti assetati di personale che sappia almeno usare word e inviare e-mail. Così non potrà mai essere usata la parola innovazione.
Questa è una lettera aperta che spero avvii un dibattito serio, sopratutto per la P.A. (tanto cara in questi tempi ai ministri in voga) della mia regione.
Grazie e a presto
Maria Grazia Bisurgi

Quanto ci scrive la dottoressa Bisurgi non fa che confermare quanto era facilmente prevedibile fin dall’inizio di questa sciagurata vicenda: rinvio in proposito all’interrogazione presentata il 15 gennaio scorso, rimasta a tutt’oggi senza alcuna risposta da parte del ministro del Lavoro. Ma la risposta che manca è soprattutto quella del Presidente del Consiglio regionale Bova: la buona politica richiede anche la capacità di riconoscere gli errori commessi, perché essi non si ripetano.  (p.i.)

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