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LA BATTAGLIA SULL’ORDINAMENTO FORENSE RIPRENDE ALLA CAMERA

OCCORRE CONTRASTARE IL DISEGNO DI LEGGE SOSTENUTO DALLA MAGGIORANZA, CHE MIRA A FARE DELL’AVVOCATURA UNA CORPORAZIONE CHIUSA E GERONTOCRATICA, GOVERNATA CON POTERI PRESSOCHE’ ASSOLUTI DAL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE

Lettera pervenuta il 27 gennaio 2011 – Segue una mia breve risposta – In argomento v. anche gli ultimi miei interventi in Senato [1](ivi i link agli interventi precedenti)


Gentilissimo Senatore Avvocato Pietro Ichino,
riterremmo – sommessamente – necessario rilevare alcune “criticità” di diritto costituzionale sul ddl 3900 relazionato in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati in data di ieri, 26 gennaio 2011.
1) Questo progetto consacra per gli Avvocati una organizzazione contrastante con le regole del “giusto processo” in quanto concentra nel Consiglio Nazionale Forense la triplice funzione amministrativa, normativa, e giurisdizionale; a fronte dei massimi poteri conferiti a tale organo centrale; inoltre non introduce sostanziali innovazioni nel sistema elettorale;
2) Consacra altresì per gli Avvocati italiani uno “status” giuridico ed economico che comporta vincoli per i requisiti di sostanziale “trust”, da stabilirsi non per legge ma in un futuro Regolamento, il quale consentirà agli organi di vertice di influire significativamente sulla concorrenza (variandola a discrezione), mentre gli Avvocati UE “stabiliti” ne saranno esclusi;
3) Questo progetto viola il principio “nessuna pena senza colpa” perchè attribuisce valenza disciplinare al mancato profitto, ricollegando ad esso la gravissima sanzione disciplinare della cancellazione dall’albo, nel presupposto che – nella condizione di inammissibile affollamento degli albi e deflazione del contenzioso – sarebbe attribuibile proprio al singolo iscritto l’addebito di non guadagnare ovvero di non guadagnare “abbastanza” (l’ipotesi non sembra nemmeno in armonia con la casistica disciplinare prevista negli altri Paesi dell’Unione Europea).
Auspichiamo quindi che il Partito Democratico, attento ad una politica dei contenuti, ponga allo studio un progetto alternativo che contempli:
1) Una riforma della rappresentanza degli Avvocati che conduca all’elezione diretta dei membri del nuovo CNF, mediante voto telematico e riconduzione della rapporto giuridico dei liberi professionisti nell’ambito di una giurisdizione “terza” (es.: TAR – Consiglio di Stato);
2) Una armonizzazione dello “status” giuridico ed economico dell’Avvocato italiano con la normativa UE, che garantisca il rispetto del principio di libera concorrenza difeso dal Trattato di Roma anche per i “professionisti”;
3) Un intervento dello Stato, caratterizzato dall’impegno di risorse economiche, che consenta di rimediare al sovraffollamento degli Albi, la cui responsabilità non può essere fatta ricadere sugli iscritti. In ogni caso la riforma deve essere umanamente rispettosa degli avvocati anziani, che hanno riposto fede nella stabilità dell’iscrizione all’albo, e che non possono essere destinati alla completa disoccupazione senza alcuna forma di ammortizzatore sociale.
Tutti gli esseri umani meritano rispetto e la “memoria” serve ad evitare nuovi errori in nome del “sociale”.
Con la massima stima, la prego di gradire i miei migliori saluti
Avv. Simonetta Ciufolini http://www.salvis-juribus.it/ [2]

Come penso emerga dagli interventi [1] che ho svolto durante la discussione di questo disegno di legge al Senato, concordo pienamente con le osservazioni e proposte contenute in questo messaggio. Lo inoltro ai colleghi della Commissione Giustizia dell’altro ramo del Parlamento, dove la battaglia prosegue. Il Pd farà la sua parte fino in fondo.   (p.i.)