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LA STAMPA: CHE COSA VA BENE E CHE COSA NO NELLA MANOVRA AGGIUNTIVA

ANCHE NELL’ULTIMA VERSIONE DEGLI EMENDAMENTI AL DECRETO-LEGGE DI FERRAGOSTO PREVALE UNA IMBARAZZANTE IMPROVVISAZIONE – SI SALVANO SOLTANTO IL DIMEZZAMENTO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E IL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI DELLE PROVINCE ALLE REGIONI

Intervista a cura di Luigi Grassia, pubblicata da la Stampa il 31 agosto 2011

Che cosa non va bene in questa manovra?
La cosa peggiore è l’impressione di improvvisazione che il nostro Governo sta dando. Questo buttar lì le misure più disparate, per poi sostituirle con tutt’altre la settimana dopo, senza altra logica che quella di un imbarazzante galleggiamento politico. Non è questo che può restituirci la fiducia dei mercati globali. Penso, poi, che stiamo perdendo alcune grandi occasioni: quella di un drastico riequilibrio della spesa previdenziale, oggi gravemente sbilanciata a vantaggio delle generazioni dei miei genitori e mia, a danno delle generazioni successive; quella di una riforma seria del diritto sindacale e del lavoro; quella della dismissione di gran parte delle partecipazioni azionarie pubbliche e della parte poco o male utilizzata del patrimonio immobiliare pubblico; quella dell’individuazione, nelle amministrazioni statali, dei rami secchi e delle eccellenze.

E che cosa invece va bene?
Va bene il dimezzamento del numero dei parlamentari e il passaggio delle competenze delle province alle regioni. Andrebbe bene anche l’impegno per la liberalizzazione nel campo delle libere professioni, se non fosse reso poco credibile dalla riforma forense orientata in direzione esattamente opposta, che questo Governo sta coltivando in Parlamento da due anni.