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N. 8 – 28 aprile 2008

Continuano ad arrivare moltissimi messaggi sul tema del ruolo di ministro del Lavoro nel nuovo Governo offertomi da Silvio Berlusconi. Ne ho selezionato uno tra i molti che dissentono dalla mia risposta negativa: Per favore, ci ripensi! [1]; è nella sezione “Lettere”, con la mia risposta, che ovviamente è rivolta anche a tutti gli altri messaggi di contenuto analogo. A quelli – più numerosi – che esprimono invece consenso, non occorre altra risposta che un ringraziamento collettivo.

¼br> A chi richiama il caso del ministro socialista Kourchner entrato nel Governo Sarkozy, obietto che Kourchner ha assunto il ruolo di ministro degli Esteri, in un Paese nel quale maggioranza e opposizione da sempre cooperano su questo terreno specifico. In un articolo pubblicato dal Corriere della Sera di ieri (Come può maturare la svolta [2]) mi sono proposto di spiegare perché, nel quadro politico italiano attuale, sul terreno delle politiche del lavoro privato e pubblico, credo di poter svolgere un ruolo più utile e incisivo in Parlamento, piuttosto che nel Governo, per promuovere le necessarie intese bi-partisan di cui il Paese ha urgente bisogno.

Le risposte riportate dallo stesso Corriere oggi sembrano positive. Domani si insedia il Parlamento. Se son rose, fioriranno.