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PERCHÉ SUL PROGETTO FORNERO SARANNO POSSIBILI SOLTANTO POCHI EMENDAMENTI

 LE FORTISSIME TENSIONI SUL DISEGNO DI LEGGE RENDONO MOLTO DELICATO L’EQULIBRIO POLITICO INTERNO ALLA MAGGIORANZA, NECESSARIO PER IL COMPIMENTO POSITIVO DEL SUO ITER PARLAMENTARE

Lettera dell’economista Alessandra Del Boca, 14 maggio 2012 – Segue la mia risposta

Caro Pietro, eccoti i miei pensieri, testimonianza di affetto, quasi di dipendenza dalla tua Newsletter. C’è tanto da imparare: oltre al tuo sapere, dalla forza tranquilla del tuo ragionare politico.  Mi chiedi qualcosa di pepato e subito vado ad una domanda/provocazione. Ho partecipato al seminario di Palazzo Chigi dell’8 maggio  sul PNR italiano e la crescita e ti ho ascoltato dire che la riforma del lavoro va approvata appena possibile e fin qui d’accordo, poi mi sono sorpresa a sentirti affermare che subito dopo deve partire una legge di semplificazione. Perché disperi che dal dibattito parlamentare possano uscire miglioramenti che semplifichino ciò  che scoraggerebbe eventuali investitori esteri?  Credo che il PNR 2012 italiano testimoni un cambiamento di politica economica e capacità comunicativa veramente ammirevoli. Finalmente si guarda alla crescita, seppure non abbastanza alla crescita inclusiva, ma il compito intrapreso è enorme. Questo PNR proietta la sua politica  basandosi su riforme che avranno un rilevante impatto sulla spesa sociale e sull’economia nel suo complesso. Il Cnel, nel suo Documento pre-PNR, aveva raccomandato una maggiore enfasi sui problemi della famiglia e dell’esclusione e bisogna dire che questa, come ha ammesso ieri il ministro Fornero è la lacuna più sera. L’occupazione femminile, la capacità d’inserire i poveri in un percorso virtuoso non è ancora nel nucleo centrale della nostra politica economica e sociale. La lacuna è seria non solo per gli aspetti etici, ma per quelli strettamente economici: lottare contro l’esclusione  è uno dei più promettenti strumenti  di crescita. Un famiglia a doppio reddito “consuma” di più è un sostegno potente di crescita della domanda, protegge il reddito familiare dalle avversità congiunturali. La riforma previdenziale, produrrà risparmi già a partire dal 2013, ma andranno affrontate seriamente le conseguenze sulle prospettive di reddito e di occupazione dei  cittadini coinvolti nella riforma stessa, il cui destino non era stato considerato. Al fine di perseguire la lotta all’esclusione un attenzione più profonda e particolare  va data anche alla formazione che non consista solo nell’ingresso sul mercato dei giovani ma in strumenti che accompagnino tutte le età lavorative nei momenti di cambiamento.  Queste indicazioni di prospettive da perseguire non  attenuano il  mio giudizio positivo sul bilancio di lavoro di questo Governo. Le  ostilità al cambiamento che ha incontrato sono state enormi, l’entità dell’impresa iniziata è titanica, il cambiamento di linguaggio e di costumi che ha innescato sono un’opera da cui nessuno degli italiani vuole tornare indietro.
Alessandra Del Boca

Cara Alessandra, temo che la condizione perché si possa scrivere un diritto del lavoro semplice e facilmente comprensibile per tutti sia scriverlo per i soli startups o, più ampiamente, per i rapporti di lavoro che si costituiscono da qui in avanti. Altrimenti ogni tentativo di semplificazione è soggetto a tensioni enormi per il mutamento che esso genera nella disciplina dei rapporti di lavoro in corso, oggi molto segmentata per categorie e settori. Anche il Governo sembrava aver fatto propria questa idea all’inizio del confronto con le parti sociali; ma poi le cose sono andate diversamente: la scelta di applicare la nuova disciplina anche ai rapporti già esistenti ha determinato la necessità di tali e tanti compromessi, che semplicità, chiarezza e incisività si sono un po’ perse per strada. Ora, se si vuole che il disegno di legge completi rapidamente l’iter parlamentare – cosa che comunque è auspicabile per molti motivi – è indispensabile ridurre al minimo gli emendamenti: a questo si sono impegnati tutti i partiti della maggioranza. Temo che pretendere di riscriverlo equivalga ad affossarlo.   (p.i.)