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LA DIFFERENZA TRA LA FRANCIA E LA GRECIA

È IL BALLOTTAGGIO CHE HA CONSENTITO ALLA FRANCIA DI RIMEDIARE ALLA FRAMMENTAZIONE DEL QUADRO POLITICO

Editoriale telegrafico per la Newsletter n. 200, 14 maggio 2012

Il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia presenta una sorprendente analogia con quello delle elezioni politiche greche: fortemente indeboliti i due partiti fino a ieri dominanti; straordinariamente rafforzate le ali estreme, con le quali è pressoché impossibile formare una maggioranza seria. La differenza decisiva tra le due situazioni è costituita dal secondo turno francese. È il ballottaggio che ha consentito alla Francia di rimediare alla frammentazione, ponendo l’elettorato in grado di esprimere una maggioranza assoluta di consensi su di una soluzione politica per il governo del Paese. Da noi, con il Porcellum di Calderoli e il frazionamento del quadro politico manifestato dalle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, il rischio è che l’anno prossimo a conquistare più della metà dei seggi in Parlamento sia una forza o coalizione politica che non raggiunge il 30 per cento dei voti e il 20 per cento del totale degli aventi diritto al voto. Che cosa aspettiamo ad adottare per le elezioni politiche il sistema fondato sull’uninominale [1] a doppio turno alla francese (o quello “australiano”, che sostanzialmente anticipa il ballottaggio al primo turno [2])?

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