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L’AUGURIO DI ELEONORA VOLTOLINA

COME È ACCADUTO NEI DECENNI PASSATI PER IL PART-TIME E PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI DI COLLOCAMENTO, COSÌ NEL PROSSIMO FUTURO LA FLEXSECURITY ENTRERÀ NELLA CULTURA DELLA SINISTRA POLITICA E SINDACALE, CHE A TUTT’OGGI STENTA A CAPIRNE IL VALORE SUL PIANO DEL PROGRESSO SOCIALE

Intervento di Eleonora Voltolina, giornalista e fondatrice del sito repubblicadeglistagisti.it [1], per la Newsletter n. 200 – 14 maggio 2012

Quando Pietro Ichino entrò per la prima volta in Parlamento, nel luglio del 1979, io avevo nove mesi. Non lo sapevo, ma lui già lavorava per me – per un mercato del lavoro più a misura d’uomo e di donna. A quel tempo, nello specifico, si batteva per l’approvazione di una legge che ogni donna italiana oggi considera una conquista di civiltà – dirò di più, che ogni italiana di sinistra considera una sua conquista e un suo diritto: la possibilità di lavorare part-time. Nel 1984, quando la legge venne finalmente approvata, io avevo 6 anni. A quel punto Ichino era tornato alla professione e all’insegnamento anche perché il partito che lo aveva portato alla Camera, il PCI, non avendo gradito quella sua battaglia – come quella per il superamento del monopolio pubblico dei servizi di collocamento – alle successive elezioni non lo aveva ricandidato. Ciò infatti che le mie coetanee oggi stenterebbero a credere, specie quelle di sinistra, è che il part-time vide la luce malgrado Cgil e PCI – che fecero per anni una strenua opposizione alla proposta. Le stesse forze che oggi, fortunatamente ravvedute, non esiterebbero a scendere in piazza se si mettesse in dubbio quella legge, e che anzi spingono perché il part-time sia esteso e facilitato. Oggi che di anni ne ho 33, e che ho deciso di dedicare con il sito www.repubblicadeglistagisti.it [1] il mio lavoro giornalistico all’occupazione e in particolare a quella giovanile, condivido e sostengo la maggior parte delle battaglie di Pietro Ichino. Sono persuasa che molti osteggino le sue idee perché, semplicemente, non le conoscono o non ne capiscono la portata sociale e il valore di miglioramento. Esattamente come, quando io ero ancora in fasce, non capivano l’importanza che l’introduzione del part-time avrebbe avuto per le donne lavoratrici. Le sue idee di contratto unico a protezione crescente, di semplificazione del diritto del lavoro, di introduzione di un salario minimo, di potenziamento delle iniziative di orientamento e dei canali di incontro domanda-offerta, sono intrise di buonsenso. Probabilmente tra vent’anni – a quel punto, io ne avrò più di 50! – le donne e gli uomini di sinistra considereranno la flexsecurity una loro conquista e un loro diritto. Senza ricordare che, all’inizio del secolo, proprio i loro partiti e sindacati di riferimento – o perlomeno larghe frange di essi – l’avevano osteggiata a spada tratta.

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