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L’ARITMETICA DELLE PRIMARIE CHE PREOCCUPA BERSANI

IL CONSENSO A MATTEO RENZI VIENE PER PIÙ DI METÀ DALL’ELETTORATO CHE IL PD HA PERSO NEGLI ULTIMI TRE ANNI – SE A QUESTO SI SOMMA QUELLO RIMASTO COL PD MA DISSENZIENTE DA BERSANI, ALLE PRIMARIE PUÒ NASCERNE DAVVERO UNA NUOVA MAGGIORANZA

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 219, 15 ottobre 2012.
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L’impressione è che, tranne Pierluigi Bersani, gli altri esponenti di vertice del Pd abbiano capito poco del “fenomeno Renzi”. Alcuni, tra i quali Rosy Bindi, se ne lavano le mani autoconvincendosi che si tratti per lo più di elettorato di centrodestra, contro il quale basterebbe stendere un po’ di filo spinato intorno alle urne delle primarie. Altri, tra i quali Massimo D’Alema e Franco Marini, pensano che si tratti solo di una “bolla mediatica” inevitabilmente destinata a scoppiare. È vero proprio il contrario: il sostegno a Matteo Renzi viene per la maggior parte da quell’elettorato democratico che non si sente più rappresentato dal Pd: non è una “bolla” che prima o poi svanirà nel nulla, dunque, ma è l’esplosione in corso di un consenso che in questi ultimi anni è rimasto compresso, sottorappresentato. È quella parte dell’elettorato che ha votato il Pd nel 2008, ma che il Pd dal 2009 ha preferito ignorare e se possibile abbandonare (il 33,5% di allora meno il 23% di oggi fa circa il 10% dell’elettorato italiano). Pierluigi Bersani, che ha guidato il Pd in questa scelta, è forse l’unico al vertice ad averlo capito. Sa che non è affatto un fuoco di paglia e che, alla fine, occorrerà comunque riconoscere il dato politico reale. Spera di poterlo fare da leader confermato; ma sa bene che il 25 novembre le cose possono andare in un altro modo. Perché nel 23% di elettori su cui il Pd può ancora contare ce n’è – secondo i sondaggi – almeno un terzo che non concordano con la scelta dell’asse privilegiato con Vendola. E Bersani sa far di conto: i due terzi di 23 che lo approvano fanno circa 15; mentre un terzo di 23 più 10, cui Renzi può ragionevolmente puntare, fa almeno 17.
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Per un’esposizione più completa dell’argomento v. il mio intervento Renzi e la sinistra che le ha sbagliate tutte [1].
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