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LA LAICITÀ POLITICA DI “SCELTA CIVICA”

IL NOSTRO INTENDIMENTO NON È DI RIFONDARE QUALCHE COSA DI MALRIUSCITO IN PASSATO, MA DI FONDARE EX NOVO UNA POLITICA PIÙ CONCLUDENTE; NON UN’OPZIONE DI FEDE, MA PER IL METODO SPERIMENTALE; NON UN OBIETTIVO GENERICO DI PALINGENESI, MA OBIETTIVI PRECISI, SPECIFICI, MISURABILI

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 237 di Pietro Ichino e Irene Tinagli (capolista a Bologna per Scelta civica), 18 febbraio 2013

La nuova formazione politica che sta nascendo intorno a Mario Monti si propone di mettere in discussione lo spartiacque tradizionale della politica italiana, che corre tra una vecchia destra e una vecchia sinistra. Per proporre uno spartiacque nuovo, che corrisponde meglio alla vera alternativa di fronte alla quale l’Italia si trova: quella tra fare le riforme necessarie per l’integrazione da protagonisti nell’Unione Europea e rifiutarle sul presupposto che proprio questa strategia sia la causa dei nostri mali.
Se questa è la ragion d’essere fondamentale della nuova formazione, se essa dunque si propone di aggregare tutti i fautori della “riforma europea” dell’Italia, quali che ne siano provenienza e radici culturali, essa deve evidentemente essere capace di tenere insieme liberal e popolari, credenti e non credenti, persone la cui vita politica passata si è svolta interamente a destra, oppure a sinistra (*). A unirli è e sarà non una vecchia bandiera, ma l’impegno comune ad allineare il nostro Paese ai migliori standard del continente; l’intendimento non di rifondare qualche cosa di malriuscito in passato, ma di fondare ex novo una politica più concludente; non un’opzione ideologica, ma il metodo sperimentale; non un obiettivo generico di palingenesi, ma obiettivi precisi di progresso sociale ed economico, specifici e misurabili. Su questi, non su scelte di fede, chiederemo di essere giudicati. In questa laicità, nel senso più ampio del termine, sta la ragion d’essere del nuovo polo cui vogliamo dar vita.

(*) Sappiamo che proprio questo è indicato da Franco Debenedetti (Il peccato del professor Monti, Marsilio, 2013) come il nostro errore fondamentale, sul presupposto che la vecchia contrapposizione sinistra/destra non sia superabile. Chiediamo anche a F.D.B. di sospendere il giudizio, applicando alla sua affermazione il metodo sperimentale..
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