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LA LETTERA DI MONTI A D’ALIA SUL DECRETO-STABILIZZAZIONI

LE SCOPERTURE DI ORGANICO VANNO COPERTE CON IL TRASFERIMENTO DI LAVORATORI DAGLI UFFICI DOVE ESSI SONO TROPPI – NON SI COMBATTE IL PRECARIATO NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE CON I CONCORSI RISERVATI E CON LA PROROGA DELLE VECCHIE GRADUATORIE

Lettera inviata il 4 settembre 2013 dal presidente di Scelta Civica Mario Monti al ministro della Funzione pubblica Gianpiero D’Alia, in riferimento al decreto-legge 31 dicembre 2013 n. 101, contenente disposizioni in materia di stabilizzazione di dipendenti precari delle amministrazioni pubbliche e di proroga dell’obbligo per queste di attingere per le nuove assunzioni dalle graduatorie di concorsi celebrati negli anni passati – In argomento v. anche l’articolo di Luigi Oliveri sul sito lavoce.info, Si scrive stabilizzazione, si legge sanatoria [1], del 27 agosto, e la scheda programmatica presentata da Scelta Civica al Presidente del Consiglio Enrico Letta [2] il 20 giugno scorso

 

Caro Ministro,

rispondo alla tua lettera del 28 agosto scorso. Devo dirti che la lettura del decreto-legge n. 101, presentato oggi al Senato per la conversione in legge, non dissolve le perplessità che avevo incominciato a nutrire a seguito delle anticipazioni che di questo decreto erano state fatte nei giorni scorsi, anzi semmai ne aggiunge di nuove. Esse corrispondono, nella sostanza, a quanto Pietro Ichino mi dice di averti esposto sinteticamente già nel giugno scorso, quando Tu gli parlasti di questo progetto nel corso di un vostro incontro. In estrema sintesi, mi sembra che l’impianto delle disposizioni mirate alla stabilizzazione dei dipendenti pubblici a termine presenti alcuni aspetti di non coerenza, oltre che con il nostro comune programma elettorale, anche con il programma che il Governo in carica si è dato (in particolare con i principi della revisione rigorosa di tutte le voci di spesa corrente, che implica il ricorso prioritario alla mobilità delle eccedenze di organico per coprire le carenze); inoltre alcuni aspetti di continuità con schemi del passato che andrebbero abbandonati e che potrebbero addirittura dar luogo a dubbi circa la costituzionalità delle misure stesse. Su questi punti, che qui di seguito rapidamente Ti espongo, Scelta Civica chiede con urgenza un confronto e un chiarimento tra le forze di maggioranza in vista della prossima discussione parlamentare del disegno di legge di conversione.

1. Il sistema dell’assunzione in ruolo in una amministrazione pubblica mediante concorso riservato a chi sia (o sia stato) titolare di un rapporto di lavoro a tempo determinato con la stessa amministrazione – articolo 4, comma 6 del decreto – fa sì che la selezione avvenga non tra tutti i potenziali candidati, ma soltanto tra coloro che sono riusciti ad avere l’assunzione a termine e poi hanno avuto la pazienza di attendere, di rinnovo in rinnovo, la legge di sanatoria. Questo modo di procedere, oltre che sbagliato sul piano politico-sociale, è considerato da molti contrario alla norma costituzionale (art. 97) che regola la materia, nonostante che esso sia stato già ripetutamente seguito nel recente passato.

2. Vengono inserite delle disposizioni – articolo 4, comma 1 – volte a rafforzare il divieto di ovviare alle scoperture di organico con le assunzioni a termine, che hanno tutto il sapore delle “gride” manzoniane. Questo divieto è già in vigore da lungo tempo ed è già corredato da sanzioni assai rigorose; ciononostante, proprio questo divieto è stato violato con la costituzione delle posizioni di lavoro a termine a cui si riferiscono le misure volte a stabilirne la stabilizzazione. Queste ultime si configurano dunque, sostanzialmente, come una sanatoria per questi abusi. Non ha alcun senso rafforzare sanzioni che non sono mai state applicate: se non sono state applicate quelle precedentemente previste, ancor meno ancor meno verranno applicate queste più severe.

3. Si vuole giustificare il provvedimento in questione con l’esigenza di superare situazioni di scopertura di organico nelle amministrazioni statali. Ma dove ci siano davvero situazioni di carenza di organico, occorrerebbe prioritariamente provvedere al trasferimento di personale nell’ambito delle amministrazioni (cosa che potrebbe essere disposta dal dirigente d’autorità, nell’esercizio delle sue prerogative), oppure da un’amministrazione a un’altra, con una procedura che è prevista dall’articolo 33 del T.U. dell’impiego pubblico, d.lgs. n. 165/2001. Questa norma non è mai stata applicata: neppure una sola volta in dodici anni. La spending review dovrebbe escludere la possibilità che si proceda alla stabilizzazione in una determinata posizione di lavoro a termine prima che si sia verificata la possibilità di coprire il posto con un impiegato che risulti in soprannumero altrove.

4. In alcuni passaggi di questo decreto – per esempio il primo comma dell’articolo 3 – la procedura di cui all’articolo 33 del T.U. viene sostanzialmente accantonata, col prevedere esplicitamente che il passaggio da amministrazioni diverse a quella della giustizia, per coprire le note carenze di organico delle cancellerie degli uffici giudiziari, possa avvenire soltanto “a domanda dell’interessato”.

5. La proroga dell’obbligo di attingere dalle graduatorie di vecchi concorsi– articolo 4, commi 3 e 4 – danneggia non soltanto l’amministrazione, costretta ad assumere persone che sono risultate anni fa in posizione non di eccellenza nella graduatoria concorsuale, ma anche tutte le coorti di giovani, anche i migliori, che in questo modo si vedono precludere per molti anni la possibilità di concorrere ai posti di ruolo nelle amministrazioni.

Scelta Civica si batte perché il problema del superamento del precariato nelle amministrazioni pubbliche venga affrontato e risolto – nei limiti delle esigenze di organico effettive – mediante concorsi aperti a tutti, senza alcuna riserva, salva la possibilità di riconoscere a chi abbia svolto servizi con contratti flessibili nelle amministrazioni medesime maggiori punteggi in sede di valutazione dei titoli (come è già previsto, del resto, dal decreto-legge n. 78/2009, convertito nella legge n. 102/2009): questa è la strada maestra per contemperare correttamente con l’interesse pubblico gli interessi di tutte le persone che aspirano a essere assunte in ruolo nelle amministrazioni (tutte: che siano già dipendenti a termine, disoccupate, oppure anche occupate alle dipendenze di privati o di altre amministrazioni pubbliche desiderose di cambiare lavoro).

Su tutti questi punti confidiamo che un confronto aperto in seno alla maggioranza consenta di correggere almeno quelli che ci appaiono i difetti maggiori del decreto.

Con viva cordialità e auguri di buon lavoro

Mario Monti

Roma, 4 settembre 2013