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PERCHÉ IL PARLAMENTARE OPERA SENZA VINCOLO DI MANDATO

IL PRINCIPIO COSTITUZIONALE DI CUI ALL’ARTICOLO 67 NON SIGNIFICA CHE IL PARLAMENTARE PUÒ FARE QUEL CHE GLI PARE, MA CHE EGLI È IL SOLO INTERPRETE DEL MANDATO RICEVUTO DAI PROPRI ELETTORI E NON PUÒ RINUNCIARE A QUESTA PREROGATIVA IN FAVORE DEL PROPRIO PARTITO

Intervento svolto nella seduta antimeridiana del Senato dell’11 giugno 2014, sulle dimissioni di due senatrici del Movimento 5 Stelle

PRESIDENTE – Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il senatore Ichino. Ne ha facoltà.

ICHINO (SCpI). Signor Presidente, il Gruppo Scelta Civica per l’Italia voterà perché le dimissioni della collega Bignami vengano respinte. Questo non soltanto in ossequio a una prassi di questa Camera, a garanzia delle prerogative dei propri membri, ma anche, in questo caso specifico, in funzione della riaffermazione di un principio costituzionale sul quale ci sembra che i colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle dovrebbero attentamente riflettere.

Quando la Costituzione afferma che il parlamentare opera «senza vincolo di mandato», essa non intende certo dire che l’eletto può fare quel che gli pare; essa intende, bensì, essenzialmente affermare che nell’evoluzione del contesto politico, imprevedibile all’inizio della legislatura, il parlamentare è il solo interprete del mandato che i suoi elettori gli hanno affidato. La scelta di abbandonare il Gruppo titolare delle insegne corrispondenti alla lista in cui si è stati eletti può essere talvolta, purtroppo, il frutto di opportunismo deteriore; ma può essere – e, soprattutto dopo l’intervento della collega Bignami, noi riteniamo che in questo caso sicuramente sia – la conseguenza di un dissenso ragionevolissimo circa il modo migliore di interpretare il mandato che si è ricevuto; dissenso che deve potersi manifestare tra il parlamentare e il proprio Gruppo. Così come può anche accadere che il parlamentare interpreti con le proprie dimissioni dal Gruppo una divergenza manifestatasi all’interno di quello stesso corpo elettorale che all’inizio ha dato unitariamente il voto a una lista e che può tuttavia dividersi esso stesso nel corso della legislatura.

Respingere le dimissioni presentate dalla senatrice Bignami, come quelle che esamineremo subito appresso, oggi significa riaffermare la corretta interpretazione di questo principio, anche in contrasto con regole e disposizioni statutarie di singoli partiti che, a nostro avviso, violano questo principio. (Applausi dal Gruppo SCpI e dei senatori Fattorini e Del Barba).

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