- Pietro Ichino - https://www.pietroichino.it -

LA SCUOLA CHE VOGLIONO I CONTESTATORI DELLA RIFORMA

SOTTO LA BANDIERA DELLA “LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO” RIFIUTANO QUALSIASI VALUTAZIONE: I SOLI INTERESSI CHE VERAMENTE CONTANO, PER LORO, SONO QUELLI DEGLI ADDETTI  

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 345, 18 maggio 2015 – In argomento v. anche il primo editoriale telegrafico per la stessa NwslSe sono i poveri a pagare per la libertà degli insegnanti di non insegnare [1].

C’è qualcuno che abbia capito quale tipo di valutazione dell’insegnamento vogliano coloro che contestano la riforma della scuola? Rifiutano la valutazione oggettiva dei test standardizzati Invalsi [2], rifiutano la valutazione soggettiva degli studenti e delle famiglie, rifiutano quella del preside, rifiutano quella per merito e utilità effettiva delle competenze di chi aspira a essere immesso in ruolo. In realtà non vogliono alcuna valutazione. La rifiutano in nome di un valore: la “libertà di insegnamento” (salvo impedire a un istituto scolastico di cambiare una virgola dei programmi ministeriali). Che questo valore finisca col tradursi in troppi casi nella libertà di insegnare male o di non insegnare affatto, questo non li preoccupa minimamente. Perché la scuola a cui pensano loro esiste esclusivamente in funzione degli interessi non di chi cì studia, ma di chi cì lavora; e in particolare di chi più teme la valutazione del merito. Per questo si sono sempre opposti a tutte le riforme, da qualsiasi parte venissero proposte: perché per loro, a ben vedere, anche se non glielo sentirete mai ammettere, la scuola perfetta è quella in cui il merito individuale e collettivo del corpo docente non conta nulla. Esattamente ciò che accade nella scuola attuale.

.