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UNA CINQUANTENNE ASSUNTA A TEMPO INDETERMINATO RINGRAZIA

UNA RISPOSTA A CHI SOSTIENE CHE GLI ULTRACINQUANTENNI NON POSSONO TROVARE UN LAVORO E A CHI SVALUTA LE NUOVE NORME SUL LAVORO

Lettera pervenuta il 15 giugno 2015 – Segue una mia breve risposta

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Caro Professor Ichino, leggo che Susanna Camusso avrebbe detto che l’aumento delle assunzioni negli ultimi mesi non è dovuto al Jobs Act ma agli sgravi fiscali. Io non sono sufficientemente competente per entrare nel merito della questione, per cui mi limito a citare un fatto personale:

Ah, dimenticavo: a novembre 2014 ho compiuto 53 anni.
Personalmente, ho accolto la cosa come una grazia ricevuta. E che la causa sia il Jobs Act o gli sgravi fiscali, sinceramente, non m’importa più di tanto, perché quello che conta è che sono potuta tornare a lavorare senza usufruire di nessun sussidio e senza pesare sulla collettività. Cordiali saluti,
Carolina Baioni

Questo messaggio costituisce la piccola – ma significativa – conferma di un fatto di cui i media non danno mai notizia (mentre abbondano di notizie, in larga parte infondate, sul fenomeno dei cosiddetti “esodati”): dei milioni di contratti, a termine e a tempo indeterminato, che si stipulano ogni anno in Italia, tra il 14 e il 16 per cento è stipulato con persone ultracinquantenni. E, dal marzo scorso, è fortemente aumentata sia la percentuale di trasformazioni di contratti a termine in tempo indeterminato, sia quella delle assunzioni direttamente a tempo indeterminato. Che poi Susanna Camusso neghi questo dato o mostri indifferenza al riguardo, lo considero come un suo piccolo peccato di faziosità.  (p.i.)

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