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NUOVO ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO: LUCI E OMBRE

UN ADDETTO AI LAVORI MOLTO QUALIFICATO, PUR NEL QUADRO DI UN APPREZZAMENTO COMPLESSIVO DEL DISEGNO DI UNIFICAZIONE DEI SERVIZI ISPETTIVI, IN FUNZIONE DEL LORO MIGLIORE COORDINAMENTO E AUMENTO DI EFFICACIA, SOTTOLINEA ALCUNI DIFETTI DELLA DISCIPLINA TRANSITORIA RELATIVA ALLA GESTIONE DEL PERSONALE ADDETTO AI SERVIZI STESSI

Articolo di Matteo Ariano, funzionario ispettivo del ministero del Lavoro, 1° ottobre 2015 – Le considerazioni contenute in questo scritto sono frutto del pensiero dell’Autore e impegnano in alcun modo l’Amministrazione cui egli appartiene.

Nei giorni scorsi è entrato in vigore il D. lgs. n. 149/2015, istitutivo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Rispetto alle diverse soluzioni organizzative possibili – che andavano dal mero coordinamento di tutte le strutture esistenti al loro accorpamento in un unico soggetto – si è scelta una soluzione di compromesso, forse un po’ troppo “all’italiana”.

Con la nascita dell’Ispettorato, infatti, INPS e INAIL non perderanno i loro servizi ispettivi, pur non potendo più bandire concorsi per quel profilo professionale, che resta d’ora in poi prerogativa esclusiva dell’Ispettorato. Gli ispettori dei due Enti, dunque, saranno posti in un ruolo a esaurimento: ciò implica che il costituendo soggetto diventerà realmente unico fra molti anni (circa 25-30 anni), quando gli ultimi ispettori INPS/INAIL andranno in pensione.

Nel frattempo essi, restando dipendenti degli enti di provenienza, continueranno a beneficiare del trattamento economico  goduto fin qui, differente rispetto a quello dei loro omologhi che dipenderanno direttamente dall’Ispettorato. Su questo aspetto, peraltro, va notata una strana incongruenza: la Commissione Lavoro della Camera, nel suo parere sul provvedimento, aveva proposto l’avvio di un «processo di armonizzazione dei livelli retributivi tra il personale dell’Ispettorato e il corrispondente personale dell’INPS e dell’INAIL, anche mediante la previsione di una specifica indennità legata alla funzione ispettiva, considerato che, come indicato anche nella relazione tecnica allegata al provvedimento, il contratto collettivo del comparto ministeri prevede trattamenti inferiori rispetto a quelli riconosciuti dai medesimi istituti». Nella relazione illustrativa del provvedimento, pubblicata sul sito istituzionale del Governo, questa osservazione risulta accolta. Nel corpo del Decreto, tuttavia, di questa previsione non v’è traccia: rilevante errore di “copia e incolla” o qualcuno, all’ultimo momento, ha malamente tagliato la disposizione nel testo del decreto? Sarebbero utili e opportune spiegazioni in merito.

Sta di fatto che, nonostante le forti resistenze corporative incontrate e i vincoli di finanza pubblica – a volte interpretati in maniera troppo ragionieristica –, un percorso positivo è stato comunque avviato e di ciò va dato merito al Governo. Ulteriori passi verso il rafforzamento del nuovo soggetto potranno essere compiuti dallo stesso Ispettorato, adottando un’organizzazione del lavoro snella e non più ragionieristica, ma anche con l’approvazione della riforma costituzionale all’esame del Parlamento che, prevedendo un ritorno delle competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro allo Stato, può far sperare in un ampliamento dell’Ispettorato e in un’accelerazione del cammino intrapreso.

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