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DOVE LO SPIRITO DI EXPO È STATO SUBITO DIMENTICATO

CONCLUSA FELICEMENTE LA STAGIONE DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE 2015 IL 31 OTTOBRE, IL 6 NOVEMBRE RITORNA PUNTUALISSIMO LO SCIOPERO DEL VENERDÌ DEI TRASPORTI PUBBLICI, INCONCLUDENTE E DANNOSO COME PRIMA

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 367, 9 novembre 2015 – Segue un comunicato di ATM – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico del 10 agosto 2015, Per la difesa del diritto di sciopero, contro lo sciopero del 7,5 per cento [1].

La lunga tregua sindacale ha funzionato: dal 1° maggio al 31 ottobre i trasporti pubblici milanesi hanno vissuto un miracoloso semestre senza lo sciopero mensile dei trasporti del venerdì, gli addetti al settore si sono ritrovati il conseguente 4,5 per cento in più in busta-paga, i visitatori di Expo non hanno subìto maltrattamenti. Qualcuno ha incautamente sperato che i protagonisti delle relazioni sindacali in questo settore approfittassero del semestre di “buon senso obbligato” per risolvere i problemi con trattative serrate e voltar pagina rispetto al pluridecennale rito mensile senza capo né coda. E invece, no: come se fossero stati sei mesi di apnea insopportabile, il rito è ripreso immediatamente: puntuale come la cartella delle tasse, al primo venerdì disponibile ecco di nuovo lo sciopero dei trasporti, proclamato per obiettivi ignoti alla cittadinanza. E presso la Commissione di Garanzia sono già prenotati i primi venerdì dei prossimi sei mesi; con quali motivi si vedrà di volta in volta. Quello di venerdì scorso riguardava anche altre città; ma per Milano ha assunto un significato particolare: ha riabbassato di un gradino il livello di civiltà e modernità che la capitale economica e morale del Paese era parsa conquistare. E qui responsabili, prima ancora che i sindacati proclamanti, sono le aziende che gestiscono i trasporti pubblici. Le quali sono gli unici soggetti che dalla ripresa dell’insulsa consuetudine traggono un vantaggio. Anzi, molti più di uno: nella giornata di sciopero esse risparmiano sugli stipendi, sul carburante e l’energia elettrica, sull’usura vetture, sul risarcimento degli incidenti stradali, mentre non perdono nulla né degli abbonamenti, né del contributo pubblico. C’è da stupirsi, se in questo modello di relazioni sindacali esse si trovino benissimo?

 

IL COMUNICATO DELL’AZIENDA TRASPORTI MUNICIPALI DI MILANO
Milano, 10 novembre – In merito alle considerazioni espresse ieri dal professor Pietro Ichino sul suo sito spiace constatare che siano stati fatti riferimenti totalmente errati ad Atm e al relativo modello di business.
In prima analisi è doveroso sottolineare che lo sciopero di venerdì 6 novembre non ha riguardato minimamente Atm, ma Trenord. Non si capisce dunque per quale motivo Ichino dia responsabilità e colpe all’Azienda Trasporti Milanesi che nulla c’entra con i disagi creati dalla protesta in questione.
Inoltre, affermando che in caso di sciopero Atm continuerebbe ad incassare i contributi pubblici evitando i costi del servizio, Ichino commette un grave errore, sintomo del fatto che ignora completamente le condizioni che, attraverso il Contratto di Servizio, regolano i rapporti l’Azienda e il Comune di Milano. Tale contratto infatti prevede un compenso in base ai chilometri effettivamente percorsi per cui in una giornata di sciopero è ovvio e conseguente che i mezzi pubblici percorrano meno chilometri rispetto al pianificato e che per i chilometri non effettuati non venga fatturato da Atm alcun ricavo.
Infine, è indispensabile sapere che i ricavi da biglietti e abbonamenti sono introitati dal Comune di Milano, e non da Atm.
Ci auguriamo di aver fatto un po’ di chiarezza affinché in futuro possano essere evitate clamorose imprecisioni che hanno come unico risultato quello di confondere i cittadini, col rischio di abbassare il livello di civiltà molto più di un gradino.
Ufficio stampa Atm

E vero: lo sciopero del 6 novembre riguardava i trasporti locali interurbani e non quelli urbani (dunque questa volta ATM non c’entrava); ma non riguardava soltanto quelli dello hinterland milanese: diverse altre città erano coinvolte nello sciopero. Accolgo ben volentieri la precisazione, e anche l’importante informazione riguardo al Contratto di Servizio che regola i rapporti tra Comune di Milano e ATM (gli altri vantaggi che dallo sciopero conseguono per l’Azienda datrice di lavoro, indicati nel mio articolo, sono però confermati). Con l’auspicio che che questo comunicato sottintenda anche un impegno di ATM maggiore rispetto al passato per la prevenzione dello sciopero del venerdì.    (p.i.)

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