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N. 369 – 23 novembre 2015

I PRIMI TRE LICENZIAMENTI NEL REGIME DEL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI
Il caso della riduzione del personale alle Cartiere Pigna di Tolmezzo, che ha coinvolto alcuni lavoratori assunti otto mesi prima col contratto a tutele crescenti, non costituisce certo una disconferma della bontà della riforma: anzi, ne costituisce un positivo banco di prova. Leggi in proposito la lettera di un segretario di Circolo Pd del Nord-Est e la mia risposta [1].

L’IMPORTANZA DEL TRATTAMENTO COMPLEMENTARE DI DISOCCUPAZIONE
Il contratto individuale di lavoro e quello collettivo, aziendale o nazionale, possono contenere diverse clausole atte a rafforzare la sicurezza per il caso di licenziamento, in armonia con il nuovo ordinamento: tra queste soprattutto l’integrazione della Naspi a carico dell’azienda, che costituisce uno dei capitoli più promettenti del sistema nascente del welfare aziendale. Leggi la mia risposta al quesito posto da un lettore [2].

CENTRI PER L’IMPIEGO – 1. OCCORRE SUBITO UN PIANO ORGANICO DI RILANCIO
Mentre la riforma sta accentrando le competenze per i servizi al mercato del lavoro, i terminali territoriali restano allo sbando e privi di risorse: non si può attendere che la nuova agenzia nazionale sia operativa per occuparsene. Leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi [3].

CENTRI PER L’IMPIEGO – 2. LETTERE DALLA PRIMA LINEA
Sono quelle che sto ricevendo da diversi responsabili di CpI, a seguito dell’interpellanza [4] al ministro del Lavoro presentata tre settimane fa e dell’intervista a Libero [5] del 13 novembre: dopo le lettere da Treviso e da Como, leggi ora quella del responsabile del CpI di Tradate [6], in provincia di Varese.

DUE ERGASTOLANI RISPONDONO ALLA LETTERA APERTA SUL 41-BIS
Il regime di isolamento totale permanente non può mai giustificarsi come aggravio di punizione, neppure per il delitto più efferato. Il problema è se e in quale misura possa giustificarsi come misura di legittima difesa contro la possibilità del ripetersi di aggressioni mortali da parte di persone che non abbiano reciso i propri legami con le organizzazioni criminali di cui hanno fatto parte. Sulla questione, oggetto della mia  lettera aperta al mensile Ristretti orizzonti [7] della settimana scorsa, sono giunte alcune prime risposte straordinariamente interessanti dalla Direttrice del periodico e da due condannati all’ergastolo [8], cui faccio seguire un mio nuovo intervento nella discussione.

DOPO L’ANNULLAMENTO DELLA RICHIESTA DI ARRESTO DI AZZOLLINI
Per aver negato quell’autorizzazione chiesta dal Tribunale di Trani, venimmo accusati di opportunismo e di “solidarietà di casta”; ma che figura avrebbe fatto il Senato se per conformismo avesse chiuso gli occhi sull’errore che ora la magistratura stessa riconosce e avesse acconsentito all’arresto indebito di un proprio membro? Leggi il mio secondo editoriale telegrafico di oggi [9].

IL COMPAGNO DI SCUOLA RITROVATO E LA BIBLIOGRAFIA RAGIONATA
Riscalda il cuore scoprire che una persona conosciuta nell’adolescenza ti ha seguito da vicino per quarant’anni condividendo le tue idee e il frutto del tuo lavoro, al punto di diventare un tuo bibliografo in incognito: leggi la lettera di un ex-compagno di liceo, con la mia risposta [10].