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UNIONI CIVILI – 3. PERCHÉ È STATO NECESSARIO L’IMPEGNO DIRETTO DEL GOVERNO

SI È RIPETUTO UNO SCHEMA COSTANTE DI QUESTA LEGISLATURA: L’EFFETTO “MAIONESE IMPAZZITA” PRODOTTO DALLA VECCHIA LEGGE ELETTORALE IMPEDISCE AL PARLAMENTO DI FUNZIONARE SENZA L’INTERVENTO DELL’ESECUTIVO

Terzo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 381, 28 febbraio 2016 – In argomento v. anche il primo, Quattro domande al Movimento 5 Stelle [1], il secondo, Una domanda a Cuperlo, Gotor e Speranza [2], e l’editoriale telegrafico del 17 febbraio La piroetta del M5S sulle unioni civili [3].

Ha ragione, ma solo per metà, Stefano Folli quando osserva che la vicenda delle unioni civili – creando divisioni all’interno della maggioranza come dell’opposizione, e addirittura all’interno di ciascuno dei partiti – ha restituito centralità al Parlamento (la Repubblica, 24 febbraio). È in Senato, non altrove, che la partita si è giocata e, in una situazione di astensione del Governo, si sono compiute le scelte decisive: quella iniziale dell’alleanza tra Pd e M5S, che metteva in minoranza il Nuovo Centro-Destra, il voltafaccia del M5S all’ultimo minuto prima di un voto che avrebbe potuto essere risolutivo, la decisione conseguente del Pd di non fidarsi più del M5S e di affidare alla maggioranza che sorregge il Governo il compito di approvare il disegno di legge, senza la norma sulle adozioni su cui gravava il veto del NCD. Sta di fatto, però, che i veti incrociati avrebbero impedito anche quest’ultima opzione – e l’Italia sarebbe rimasta inadempiente sia rispetto alla propria Costituzione, sia rispetto all’ordinamento europeo – se il Governo stesso non avesse dato una mano, ponendo la questione di fiducia sul testo emendato. Si conferma così una costante di questa legislatura: senza un impegno forte del Governo il Parlamento non riesce a decidere. La realtà è che i tanti (troppi) voci di fiducia che si sono susseguiti in questi tre anni sono la conseguenza diretta della legge elettorale con cui è stato eletto il Senato, fatta apposta per trasformarlo in una sorta di maionese impazzita, così impedendogli di funzionare con un minimo di autonomia.

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