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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELL’ANPI

SOSTENERE CHE IL CONTENUTO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE SIA CONTRARIO ALL’ISPIRAZIONE FONDAMENTALE DELLA CARTA , TRADISCA GLI IDEALI DELLA RESISTENZA, SIGNIFICA CONSIDERARE ANTIDEMOCRATICO L’INTERO DIBATTITO IN PROPOSITO, CUI HANNO PARTECIPATO DA DECENNI TUTTE LE GRANDI VOCI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA  

Lettera aperta al professor Carlo Smuraglia, del quale sono stato allievo e assistente presso la Cattedra di Diritto del Lavoro della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico I partigiani e le molte Costituzioni possibili [1] e il Dialogo sulla riforma costituzionale con Ferruccio De Bortoli [2].

Caro Carlo,

Smuraglia-ANPI condivido quanto ti hanno scritto più di 70 senatori del centrosinistra (su l’Unità il 20 maggio scorso) per manifestare il loro dissenso dalla tua scelta di schierare l’ANPI per una delle due scelte referendarie sulla riforma costituzionale. Ho preferito però non sottoscrivere quella lettera perché a te mi lega un rapporto antico, intenso come lo è sempre quello tra allievo e maestro: vorrei dunque che la mia voce ti giungesse non nella forma del messaggio collettivo, ma in quella del dialogo personale che tu stesso hai sempre voluto potesse svolgersi liberamente tra di noi, anche nei momenti di più forte dissenso. Ho sempre ammirato lo spirito liberale con cui, fin dal primo giorno in cui quarantun anni fa mi hai voluto come tuo assistente in Università, hai consentito che io coltivassi le mie idee e proposte in materia di diritto e di politica del lavoro, anche quando esse divergevano nettamente dalle tue: “entro i confini della Costituzione – dicevi – qui dentro tutti devono poter sostenere liberamente le loro convinzioni”. Con la stessa franchezza oggi ti dico che non mi è parsa coerente con quel principio la scelta dell’ANPI, da te presieduta, di negare la compatibilità con la Costituzione della riforma approvata dal Parlamento, quindi di vietare la partecipazione dei propri iscritti ai comitati o anche solo alla campagna per il “sì”. Il  contenuto essenziale di questa riforma – dipendenza del Governo dalla fiducia della sola Camera dei Deputati e Senato come rappresentanza delle Autonomie locali – è quello che da decenni è stato indicato come necessario da numerosi grandi personaggi che hanno dato vita e voce alla democrazia nel nostro Paese, da Berlinguer a Zaccagnini, da Zanone a Ingrao, da Iotti a Pannella: potrai sostenere che il modo in cui questo mutamento essenziale è stato concretato nella legge di riforma è imperfetto, ma non che proporlo sia intrinsecamente contrario agli intendimenti fondamentali e immutabili della Carta. 3af4152724b277d0d301260510a1402b_w700_h400_mw_mhMi sembra che con lo schierare l’ANPI da te presieduta per il “no” vietando ai suoi iscritti di fare campagna per il “sì”, l’hai trasformata in un piccolo partito fra i tanti, privandola della possibilità di svolgere la sua funzione essenziale di custode e interprete autorevole dello spirito universale della Resistenza.
Spero che ci sia ancora tempo per correggere questo errore e restituire all’ANPI il ruolo che le compete.
Con l’amicizia di sempre

Pietro