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URGE OCCUPARSI DEI PERDENTI DELLA GLOBALIZZAZIONE

I LOSERS SARANNO MOLTI MENO DEI WINNERS, ANCHE NELLA TRANSIZIONE; MA LO SMARRIMENTO E L’ANGOSCIA, DI FRONTE ALLA CADUTA DELLE FRONTIERE, COLPISCONO ANCHE TRA COLORO CHE SONO DESTINATI A GUADAGNARCI – E, COME OGGI VEDIAMO TRAGICAMENTE, GENERANO MOSTRI

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 396, 17 giugno 2016 – In argomento v. anche Panebianco sul nuovo spartiacque politico pro/contro la globalizzazione [1] e il mio editoriale telegrafico del 9 dicembre 2015 Perché nel vecchio continente salta la dialettica tradizionale destra/sinistra [2]  .
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perdentiAccade abbastanza frequentemente, nelle aule di Senato e Camera,  di sentire discorsi sostanzialmente identici contro la globalizzazione svolti da esponenti di SEL e della Lega, del M5S e di Fratelli d’Italia, che inveiscono “contro le multinazionali”, oppure “contro l’invasione dei prodotti cinesi”, o “contro la finanza internazionale”, e si concludono invariabilmente con la rivendicazione del ripristino della sovranità nazionale (con relative barriere ai confini) e il rifiuto di tutto ciò che può limitarla, dai trattati europei al TTIP. Quando li si ascolta, vien  fatto di pensare che lo smarrimento e l’angoscia per la caduta dei muri colpiscano allo stesso modo persone di destra e di sinistra, inducendole tutte allo stesso riflesso condizionato: chiudere porte e finestre. Come se porte e finestre potessero fermare i venti o le maree. Accade anche, con la stessa frequenza, di sentire discorsi tra loro molto simili di esponenti di destra e di sinistra, che invece danno atto dell’impossibilità e comunque inutilità di tentar di bloccare i flussi di idee, di persone, di capitali, di prodotti, di imprese, di piani industriali, da e verso ogni parte del globo: le piccole sovranità locali possono solo rallentarli temporaneamente, al costo di isolare un Paese esponendolo a danni molto più gravi di quelli che si vogliono evitare.

Jo Cox

Jo Cox

Fino a qualche tempo fa ero convinto che, su questo secondo versante politico, i discorsi di sinistra si differenziassero da quelli di destra per la sottolineatura della necessità di indennizzare e sostenere adeguatamente i losers, coloro che, nei mutamenti prodotti dalla globalizzazione, almeno transitoriamente ci perdono. Ora l’imbarbarirsi dello scontro sulla globalizzazione anche nel civilissimo Regno Unito, culminato nel martirio di Jo Cox [3], mi convince che anche per chi accetta da destra la sfida della globalizzazione è indispensabile occuparsi di come sostenere e indennizzare i losers.  Questi – è vero – sono destinati a essere, nei fatti, soltanto una minoranza; ma occuparsi di loro è l’unico modo per alleviare uno smarrimento e un’angoscia che, nella transizione, possono colpire tutti. E che, come oggi tragicamente vediamo, arrivano al punto di generare mostri.

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