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BREXIT – 2. E SE INVECE POI NON USCISSERO AFFATTO?

LA STRADA PER IL RECESSO DELLA GRAN BRETAGNA DALL’UE È ANCORA IRTA DI OSTACOLI ECONOMICI E ISTITUZIONALI; MA L’OSTACOLO MAGGIORE POTREBBE ESSERE COSTITUITO DAL RIPENSAMENTO POLITICO DEGLI INGLESI: CERCHIAMO DI FAVORIRLO

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 398, 26 giugno 2016 – In argomento v. anche l’altro editoriale telegrafico di oggi, Brexit – 1. Forse non viene tutta per nuocere [1]

È già accaduto che ci sia voluto il “no” alla UE deciso in un referendum, perché un Paese-membro guardasse in faccia le conseguenze dell’uscita e ci ripensasse: è ciò che si è visto un anno fa in Grecia. Potrebbe accadere anche al Regno Unito? Forse sì (e già  qualche mese fa ho avuto occasione di avvertire che c’è anche questa ipotesi [2]). Perché l’economia britannica si è ormai integrata troppo in quella del continente perché sia possibile tornare indietro. Perché il problema del confine tra Ulster e Irlanda, in caso di Brexit, appare insolubile e l’Ulster stesso potrebbe essere indotto a chiedere l’annessione all’Irlanda pur di rimanere nella UE. House Prices Widen The North-South DividePerché gli scozzesi sembrano decisi a opporsi in tutti i modi all’uscita dalla UE, minacciando altrimenti la secessione. Di fronte alla prospettiva che ai danni economici si aggiunga questo sfaldamento drammatico della Gran Bretagna, anche la maggioranza degli inglesi potrebbe convincersi a tornare sui propri passi. La cosa potrebbe svolgersi così: la crisi di Governo sfocia in elezioni anticipate; queste vedono una coalizione Lib-Lab presentarsi con un programma centrato sull’opzione Remain; a questo punto una netta vittoria dei Lib-Lab equivarrebbe (o comunque spalancherebbe le porte) a un nuovo referendum, di esito opposto a quello di giovedì. Se accadesse, tutto tornerebbe come prima? Certo che no: il danno, in termini di incertezza e paralisi, sarà comunque ingente. Ma il significato di un epilogo di questo genere, per il futuro dell’UE, sarebbe opposto a quello che la Brexit fa temere. È interesse primario anche della UE favorire questa soluzione. Dunque: niente ritorsioni, niente atteggiamenti arcigni, e tener pronto lo champagne da stappare se e quando il figliol prodigo decidesse di tornare (anzi: rimanere) a casa.

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