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SIAMO SICURI CHE L’ASILO-NIDO FACCIA BENE AI BAMBINI?

UNA RICERCA OSSERVA UN EFFETTO NEGATIVO DELLA SUA FREQUENTAZIONE A 0-2 ANNI SUL QI DELLE BAMBINE CON FAMIGLIE PIÙ AGIATE  – POTREBBE ESSERE CHE NEI PRIMI ANNI DI VITA LE INTERAZIONI “UNO A UNO” CON GLI ADULTI SIANO ESSENZIALI PER LO SVILUPPO COGNITIVO E CHE A QUELL’ETÀ LE BAMBINE SIANO PIÙ IN GRADO DI BENEFICIARNE

Sono qui disponibili in formato pdf alcuni documenti relativi alla ricerca svolta da Margherita Fort, Andrea Ichino e Giulio Zanella il cui titolo nella versione italiana è La “meglio infanzia”: e ffetti dell’asilo nido sulle capacita cognitive, non cognitive e la salute dei bambini, presentata per la prima volta a Siracusa, a un convegno della Fondazione Rodolfo De Benedetti, il 23 giugno 2016: A) il testo originale in lingua inglese; B) il rapporto sintetico in lingua italiana; C) le slides della presentazione svolta a Siracusa; D-E) i servizi pubblicati in proposito dal Corriere della Sera nell’edizione nazionale del 28 giugno e nel dorso bolognese del giorno successivo; F) l’articolo comparso in proposito sul quotidiano The Times il 1° luglio; G) la risposta dei tre Autori, sul Corriere della Sera del 30 giugno, ad alcuni commenti critici ricevuti, a seguito della pubblicazione degli servizi dello stesso quotidiano sui risultati della ricerca

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A)  Cognitive and non cognitive costs of day-care 0-2 for girls in formato pdf [1]

 

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B)  la sintesi del rapporto Effetti dell’asilo nido sulle capacità cognitive e non cognitive dei bambini [2]

 

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C)  le slides della presentazione svolta al convegno di Siracusa il 23 luglio 2016, in formato pdf [3]

 

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D)  l’articolo del Corriere della Sera (ed. naz.) del 28 giugno 2016 in formato pdf

 

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E)  l’articolo del Corriere della Sera (ed. bolognese) del 29 giugno 2016 in formato pdf [4]

 

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F)  l’articolo del quotidiano The Times del 1° luglio 2015 [5]

 

G)  LA RISPOSTA DEI TRE AUTORI AD ALCUNI COMMENTI CRITICI
Corriere della Sera, 30 giugno 2016

Gentile Direttore,

il dibattito suscitato dalla nostra ricerca sugli effetti dell’asilo nido, di cui il Corriere di Bologna del 29 giugno ha dato notizia, ci invita a chiederle spazio per qualche chiarimento. La parte dei risultati che ha suscitato più scalpore è quella che riguarda l’effetto negativo sul quoziente intellettivo dei bambini misurato all’età di 8-14 anni derivante dalla frequenza di un nido a 0-2 anni per i figli di due genitori conviventi ed entrambi occupati. Questo effetto è maggiormente evidente per le bambine provenienti dalle famiglie più benestanti in questa popolazione, mentre non vi sono effetti statisticamente significativi per i bambini di entrambi i sessi provenienti da famiglie meno abbienti.

Come ogni ricerca scientifica, anche la nostra dovrà essere confermata e replicata da studi effettuati su campioni più ampi (il nostro è solo di 444 bambini e bambine). Tuttavia, a differenza della quasi totalità degli studi esistenti in materia, il metodo da noi utilizzato è quasi-sperimentale. Ossia un metodo simile a quello che nelle scienze mediche serve a stimare l’effetto causale di una terapia confrontando un campione di soggetti trattati e un campione identico di controllo. Questo per dire che, come in ogni altro studio quasi-sperimentale, l’effetto che stimiamo può essere interpretato in modi diversi, ma la sua attendibilità in questo campione è difficilmente contestabile. In parole semplici, a differenza di altri ricercatori abbiamo comparato “mele trattate” con “mele non trattate”, non “mele con aranci”.

Più concretamente, il nostro confronto riguarda bambini appena sopra e appena sotto le soglie ISEE di ammissioni agli asili nido di Bologna che, di fatto, separano quasi casualmente soggetti provenienti da famiglie simili i quali però, solo per pochi euro di reddito familiare, hanno frequentato il nido per periodo più o meno lunghi (o ne sono stati esclusi). I dettagli sono descritti nel nostro studio (http://www.andreaichino.it/research_progress/fort_ichino_zanella.pdf [1])

È ovvio che, tra l’età in cui l’asilo viene frequentato e l’età in cui abbiamo misurato i risultati, i bambini studiati fanno infinite esperienze rilevanti per il loro quoziente intellettivo. Di queste noi identifichiamo quella parte che è influenzata in modo causale dall’essere appena sopra o appena sotto le soglie di reddito ISEE determinanti per la frequentazione del nido. In modo del tutto analogo, la ricerca medica ha dimostrato che il rischio di cancro dipende da infiniti fattori, ma fumare di più o di meno aumenta questo rischio a parità di tutto il resto.

Venendo alla sostanza, i nostri risultati non sconfessano gli studi precedenti, per due motivi: primo, non esistono per l’Italia studi sperimentali sugli effetti causali di medio-lungo periodo di esperienze educative a 0-2 anni per i bambini che provengono da un contesto socioeconomico più avvantaggiato (se i nostri critici ne conoscono, saremmo lieti di avere i riferimenti); secondo, laddove esistono per altri Paesi (ci sono per esempio studi recenti comparabili per il Quebec, la Germania e la Norvegia), essi confermano effetti positivi del nido per i bambini meno avvantaggiati e effetti negativi (o comunque mai positivi) per quelli provenienti da famiglie abbienti quando il rapporto numerico tra adulti e bambini nei nidi non è sufficientemente alto.

Tantomeno i nostri risultati sconfessano le politiche per l’infanzia della città di Bologna. Non c’è dubbio che l’asilo nido sia fondamentale per consentire ai genitori di lavorare dopo la nascita di un figlio. Bologna in questo è all’avanguardia. Il nostro studio è solo un campanello d’allarme che segnala possibili rischi per le bambine attualmente escluse al margine dalle graduatorie. Lungi dal nascondere sotto il tappeto tali rischi, il Comune di Bologna si è dimostrato anche in questo all’avanguardia, consentendo uno studio che, a costo zero per il Comune, offre indicazioni su come migliorare ulteriormente il servizio proprio per quelle famiglie che attualmente premono maggiormente per una sua espansione essendone escluse.

Dati i costi, non è detto che per queste famiglie la soluzione ideale per conciliare figli e lavoro sia il nido così come fino ad ora è stato pensato. I nostri progetti di ricerca futuri, proprio in collaborazione con il Comune che già si sta muovendo in questo senso, mirano anche ad esplorare modi diversi di organizzare un nido e possibili soluzioni complementari per la cura dei bambini subito dopo la nascita.

Margherita Fort, Andrea Ichino e Giulio Zanella

http://www.andreaichino.it/ [6]

http://www2.dse.unibo.it/fort/eng/ [7]

https://sites.google.com/site/giuliozanella/ [8]