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IL LAVORO AUMENTA (E ANCHE LA DISINFORMAZIONE)

Il titolo “Crollo dei contratti stabili” su Repubblica di venerdì scorso dà ai lettori una informazione distorta, facendo intendere che l’occupazione stabile sia in riduzione, mentre essa è in (sia pur lento) aumento

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Lettera inviata al quotidiano
La Repubblica il 20 maggio 2017 e non pubblicata – In argomento, per una lettura attendibile dei dati forniti dall’Inps sui flussi delle assunzioni e delle cessazioni di rapporto nel mercato del lavoro, v. anche il numero 13 del periodico della Fondazione Anna Kuliscioff, Mercato del Lavoro News [1], del 19 maggio 2017
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Repubblica 19V17 (2)Caro Direttore, dagli ultimi dati trimestrali dell’Inps risulta che nel primo trimestre 2017 le assunzioni in Italia sono state quasi il 10 per cento in più rispetto al primo trimestre 2016. Risulta inoltre che negli ultimi 12 mesi il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per 379.000 unità. Questo aumento di occupati è dovuto – è vero – soltanto per 22.000 unità a contratti a tempo indeterminato; ma questo significa che il numero dei contratti di lavoro stabile in Italia continua pur sempre ad aumentare, anche se non al ritmo impetuoso del 2015, quando le imprese hanno fatto il pieno per beneficiare dell’incentivo economico. Se questo è il dato, il titolo e l’incipit dell’articolo di Valentina Conte nella pagina dell’economia di ieri (venerdì), “Crollano i contratti stabili”, dà evidentemente ai lettori di Repubblica un’informazione in parte monca, non dicendo che l’occupazione complessivamente aumenta, in parte del tutto errata, facendo intendere che si riduca l’occupazione stabile. Che poi questa identica espressione venga ripresa da Massimo Giannini nel fondo di oggi (sabato), non fa che aggravare l’effetto di disinformazione. Certo, il flusso delle assunzioni a tempo indeterminato è diminuito del 7,6 per cento rispetto al primo trimestre 2016 e di un terzo rispetto all’anno-boom 2015, quando quel flusso quasi raddoppiò; ma il dato di stock, cioè relativo al numero degli occupati stabili, è ancora in aumento, ed è in aumento anche rispetto all’impennata dello stock che conseguì all’“abbuffata” del 2015. Chi su Repubblica ha letto “Crollano i contratti stabili” non può che averne tratto un’informazione diametralmente opposta e quindi falsa. Come lettore assiduo del quotidiano da Lei diretto posso chiedere un’informazione di migliore qualità su questa materia?
Con grande cordialità e stima
Pietro Ichino