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BUONE LE NUOVE MISURE PER IL LAVORO DEI GIOVANI, MA MANCA ANCORA L’ORIENTAMENTO

Lo sgravio contributivo al 50% costituisce una misura transitoria utile; ma la soluzione strutturale del problema della disoccupazione giovanile sarà dato soltanto da un servizio efficace e capillare di orientamento scolastico e professionale

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Intervista a cura di Antonietta Ferrante per l’agenzia di stampa [1]
ADN Kronos [1], 26 agosto 2017 – In proposito vedi anche Ridurre il cuneo per aumentare l’occupazione dei giovani [2]
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Incentivi occupazione giovaniGoverno promosso in tema di lavoro giovanile, ma se innalzare il taglio del cuneo fiscale per i contratti a tempo indeterminato è una “misura transitoria”, la vera riforma è “il potenziamento dei servizi di orientamento scolastico e professionale”. Parola di Pietro Ichino, professore, giuslavorista, con un passato nel mondo sindacale e ora senatore del Partito democratico. “Rispetto alla proposta del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – dice Ichino all’Adnkronos – mi sembra decisamente meglio tarato il progetto del governo: non soltanto per l’equilibrio, che pure è necessario, tra costo e beneficio atteso, ma soprattutto perché la misura che si adotta deve servire essenzialmente a neutralizzare lo svantaggio di cui soffre la nuova generazione nel mercato del lavoro, senza produrre nuovi squilibri”.

Nella finanziaria 2015 era previsto l’azzeramento totale dei contributi per le nuove assunzioni, ma quella misura “aveva una funzione di ‘defibrillatore’: aveva il compito di rimettere in moto con uno shock positivo un mercato del lavoro infartuato. Era la cosa giusta in quel momento; e i risultati si sono visti”. Una misura applicabile a ogni nuova assunzione, indipendentemente dall’età; “ora, invece, occorre correggere uno squilibrio che si è evidenziato e che penalizza un’intera generazione. Se si adottasse uno sgravio totale si creerebbe un altro squilibrio di segno opposto”, sottolinea Ichino.

Nel testo su cui il Mef lavora è prevista una norma ‘anti licenziamenti’: l’esclusione dello sgravio quando l’impresa ha fatto licenziamenti negli ultimi sei mesi per evitare il rischio dell’abuso delle assunzioni agevolate per sostituire vecchi lavoratori. “A mio modo di vedere – dice Ichino – non ce ne sarebbe bisogno, perché uno sgravio contributivo al 50% genera una riduzione del costo del lavoro intorno al 12,5%: nessun imprenditore licenzia una persona sperimentata da due o tre anni con soddisfazione, solo per poter ridurre il costo del 12,5% per un anno o due. Se non altro perché il costo del licenziamento, anche con il Jobs Act, è nettamente superiore a quel risparmio contabile”.

Il taglio del cuneo fiscale per i contratti a tempo indeterminato “è dunque utile come misura transitoria, ma– evidenzia il professore – sul piano strutturale occorrono altre misure di sostegno al giovane nel suo primo accesso al mercato del lavoro”. In primis “il potenziamento dei servizi di orientamento scolastico e professionale: essi devono essere capaci di raggiungere ciascun adolescente all’uscita di ciascun ciclo scolastico, di tracciarne il profilo e indicargli gli strumenti per accedere alle occasioni di lavoro corrispondenti alle sue attitudini e aspirazioni”. Per questo “è indispensabile che di ogni corso di formazione professionale o di istruzione universitaria venga fornito il tasso di coerenza tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi”.

Non una misura immediata ma “se si incomincia subito, almeno con le Regioni disponibili, a realizzare l’anagrafe dei frequentatori dei centri di formazione, nel giro di due o tre anni, incrociando i dati con quelli delle comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro, sarà possibile individuare il tasso di coerenza per ciascun centro di formazione operante in ciascuna Regione coinvolta. Per la scuola media superiore e per le facoltà universitarie questo si potrebbe già fare oggi, perché l’anagrafe degli studenti è già funzionante”. È una riforma “che non richiede nuove norme legislative, ma soltanto cooperazione tra centro e Regioni, e capacità di implementazione sul piano operativo”, conclude Pietro Ichino.
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