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IL SILENZIO DEL GUARDASIGILLI

L’incredibile vicenda del rifiuto da parte del ministero non soltanto della donazione di uno strumento informatico che da anni è sperimentato con successo e con l’autorizzazione del ministero stesso, ma anche di qualsiasi risposta circa il motivo del rifiuto

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Messaggio pervenuto il 30 ottobre 2017 – Segue la mia risposta – Tutti gli interventi e i documenti sulla vicenda dell’agenda informatica A-Lex per l’organizzazione del lavoro giudiziale sono raccolti nel nuovo portale
Il progetto Themis [1]     .
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Giustizia lenta 4Caro professor Ichino, oggi e la settimana scorsa ho letto nella Newsletter gli interventi sulla lentezza della Giustizia, gravissimo difetto che ha ingigantito lo strapotere dei magistrati (che, per motivi anagrafici, io ho visto nascere ed alimentarsi). Alla mia età (sempre in lotta con il computer) è un po’ difficile pensare che una agenda elettronica possa fare il miracolo (non voluto), perché lo sviluppo dei procedimenti è legato a fatti e novità incalcolabili e non predeterminabili: la bravura del magistrato è la capacità individuale di controllarli e non invischiarsi in teoremi, ma, forse, questo “difetto” ha iniziato ad ammalarsi tanti decenni fa, quando la signora Giustizia era stimatissima (insieme ai suoi “servitori”, ormai sostituiti dai sacerdoti di una terribile divinità). Ma se possibile…

Lei stesso, con suo fratello, la settimana scorsa ha individuato una causa: la possibile preoccupazione di qualche dirigente che “dal confronto di quanto si è fatto e speso fin qui per l’attrezzatura informatica degli uffici giudiziari con quanto un gruppo di cittadini volenterosi sono riusciti a realizzare in collaborazione con un piccolo ma efficientissimo produttore di software, con un costo di soli 300.000 euro…”. Ma, nella mia cattiveria, non penso che sia solo questa sciocchezza la preoccupazione! È che nel mare di soldi spesi se ne possa pescare molti. Ritenuto, come altra volta mi sembra di aver rilevato, che il Ministero è nelle mani di magistrati a capo delle direzioni generali, non vedo perché concludiate rivolgendovi al ministro Orlando, visto che, nel titolo di un’intervista del 2003 a ben altro personaggio, troviamo: “Me ne andai, trovavo l’atmosfera invivibile / Vassalli: il Guardasigilli è considerato dai magistrati un servo o un antagonista”.
Mi scusi per il fatto che ogni tanto la importuno e le auguro una buona settimana.
Mario Grosso  (Gallarate)

Che la lentezza della Giustizia possa essere fonte di un potere anomalo dei magistrati, nella misura in cui amplia il loro potere di scegliere i procedimenti a cui dare la precedenza, è vero; ed è pure vero che possono esserci anche altri motivi di ostilità di una parte degli stessi magistrati nei confronti di un nuovo strumento informatico suscettibile di “costituire in mora” i renitenti a una organizzazione del lavoro più efficiente. Ma tutto questo non giustifica in alcun modo l’omissione di qualsiasi risposta da parte del ministero a un gruppo di cittadini e di associazioni che, senza alcun interesse di lucro, hanno unito le loro intelligenze e le loro risorse (in misura non irrisoria) per dare una mano a risolvere questa, che è una delle piaghe più gravi di cui soffre il Paese. Il Governo, se non intende accettare la donazione di questo strumento, sperimentato da alcuni anni in alcuni uffici giudiziari [2] con l’autorizzazione dello stesso ministero della Giustizia e con pieno successo, può rispondere in vari modi. Per esempio: “Apprezziamo il vostro impegno e ve ne ringraziamo, ma nonostante gli esiti positivi della sperimentazione riteniamo che il risultato non sia del tutto soddisfacente”; oppure: “Il frutto del vostro lavoro è originale e interessante, ma per questa e quest’altra ragione tecnica non è utilizzabile”; oppure ancora: “Nell’immediato non siamo in grado di utilizzarlo per questo e quest’altro motivo; però lo teniamo in evidenza e contiamo di farlo appena possibile”. Se invece per due anni il ministero non dà alcuna risposta, né positiva né negativa, all’offerta di donazione, questo silenzio assume un solo significato: “Siete dei rompiscatole; nessuno vi ha chiesto il vostro contributo; smettete di interferire con l’amministrazione della Giustizia”. Se poi a chiedere esplicitamente che sia il ministro a prendere posizione sono diversi quotidiani nazionali [1] e anche il ministro rifiuta di dare la benché minima risposta, allora davvero il povero cittadino non ci capisce più nulla.     (p.i.)

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