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GIUSTIZIA: UN ERRORE PICCOLO MA SIGNIFICATIVO NEL “CONTRATTO” M5S-LEGA

Per ridurre i tempi dei processi non occorre certo emanare norme che già ci sono, ma soltanto organizzare meglio il lavoro di magistrati e dotarli degli strumenti necessari

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 478, 21 maggio 2018 – Tutti i documenti e i commenti relativi all’agenda digitale A-Lex per la programmazione efficiente del lavoro giudiziale sono raccolti nel portale Il progetto Themis [1]

Nel “contratto” stipulato da M5S e Lega, capitolo “Giustizia rapida ed efficiente”, si legge: “Verrà […] introdotto l’obbligo per il giudice, alla prima udienza, di prevedere la calendarizzazione dell’intero procedimento per garantire alle parti una maggiore certezza circa la durata del processo”. Ora, si dà il caso che questo obbligo sia stato già introdotto da una norma del 2011 (1): è una disposizione di grande importanza per l’organizzazione efficiente del lavoro giudiziale, che corrisponde a norma analoga dell’ordinamento processuale statunitense. Vero è che qui da noi essa non viene quasi mai applicata. Ciò che occorre, dunque, non è “introdurre quest’obbligo” nel nostro ordinamento, bensì chiedersi perché esso di fatto non venga rispettato; e adottare le misure organizzative efficaci per superare l’impasse. Questo piccolo errore commesso da M5S e Lega nella formulazione del loro programma è significativo di un difetto tipico della politica e dell’amministrazione pubblica italiane: quello di ritenere che quando qualche cosa non funziona il problema si possa e debba sempre risolvere emanando una nuova norma legislativa. Proprio la questione del “calendario del processo” mostra come le cose non vadano così: qui, come in moltissimi altri campi, il difetto non sta nella legge, ma nella macchina amministrativa. I giudici italiani non riescono a programmare in modo ordinato ed efficiente il proprio lavoro anche perché non dispongono dello strumento necessario, cioè di una agenda digitale “intelligente”, programmata proprio per aiutarli in questo adempimento. I miei lettori sanno bene che, per soddisfare questa esigenza, un gruppo di esperti ha realizzato un’agenda digitale che è da tempo sperimentata in diversi uffici giudiziari con esiti eccellenti [1]; senonché l’Amministrazione della Giustizia, cui lo strumento è stato offerto gratuitamente, rifiuta senza alcun motivo plausibile di porlo a disposizione dei magistrati interessati a utilizzarlo. Il prossimo ministro della Giustizia è avvertito.

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(1) Art. 81-bis, aggiunto alle Disposizioni di attuazione del Codice di Procedura Civile dall’dall’art. 1-ter del D.L. 13 agosto 2011, n. 138 [2], convertito, con modificazioni, dalla L. 14 settembre 2011, n. 148 [3]:
Calendario del processo – Il giudice, quando provvede sulle richieste istruttorie, sentite le parti e tenuto conto della natura, dell’urgenza e della complessità della causa, fissa, nel rispetto del principio di ragionevole durata del processo, il calendario delle udienze successive, indicando gli incombenti che verranno in ciascuna di esse espletati. […]”