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LA GUANCIA DEGLI ALTRI

Non si può chiedere a tutti la disponibilità a offrire l’altra guancia: pretenderlo può portare a una reazione pericolosa dell’opinione pubblica – Resta ferma però la necessità della verifica giudiziale sui fatti di sangue

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Terzo editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 490, 10 dicembre 2018 – In tema di Giustizia v. anche, su questo sito, Quando la legittima difesa della società civile diventa feroce [1] .
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Non comprerò mai una pistola per difendere la mia casa, le mie cose, o me stesso. Preferisco che mi depredino di qualche cosa, e anche rischiare la pelle, piuttosto che ferire o uccidere un ladro o un aggressore (altra cosa è che della sicurezza di tutti e mia si occupi la forza pubblica). Posso permettermi questa scelta perché anche i miei familiari la pensano così; me ne considero fortunato. Questo non mi induce, però, a pensare che lo stesso atteggiamento possa essere richiesto a tutti. Riconosco la distinzione tra i miei principi etici e i principi che si possono considerare come patrimonio etico comune all’intero popolo italiano. Tra il comandamento evangelico e la legge dello Stato c’è un gap che il Vangelo stesso riconosce: “A Cesare quel che è di Cesare”; e non soltanto l’uso della forza, ma anche la legge civile e penale sulla legittima difesa sono competenza di Cesare. Per questo non mi sento di invocare la condanna del commerciante di Arezzo che ha sparato alle gambe di un ladro penetrato nottetempo con un piccone nella sua azienda. La nostra civiltà giuridica non è maturata al punto che si possa chiedere a tutti i membri della collettività di fare propria la rinuncia alla difesa privata, anche armata, contro gli aggressori. E così stando le cose pretendere che tutti vi rinuncino può essere anche un errore politico grave: perché se i tempi non sono maturi per una scelta tanto impegnativa, essa può produrre nell’opinione pubblica una reazione capace persino di riportare l’ordinamento civile più indietro, nel cammino del progresso, di quanto già non sia. Dissento però drasticamente dalla pretesa del Governo in carica di esentare chi si è trovato a colpire l’aggressore da una verifica giudiziale del suo aver effettivamente agito per legittima difesa. Di fronte a una persona ferita o uccisa, il consorzio umano non può rinunciare a far luce sull’accaduto.

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