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LA VICENDA DI CATTERINA MEDICI, OVVERO: ALLA RADICE DI TUTTE LE VIOLENZE SULLE DONNE

Come una povera ragazza, colpevole soltanto di essere attraente, nella Milano del XVII secolo viene incolpata dei disturbi gastrici del padrone, indotta con la tortura a confessare di essere una strega in combutta col demonio e per questo orrendamente uccisa nella pubblica piazza

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Estratto da Pietro Verri,
Storia di Milano, a cura di Renato Pasta, Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri, vol. IV, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2009, pp. 765-767 – I brani in corsivo sono così anche nel testo del Verri, a indicare che sono copiati dai verbali del processo – Segue una nota biografica su Caterina Medici – I tre precedenti estratti della Storia di Milano ripresi su questo sito, tutti appartenenti alla serie di episodi citati dal Verri per sottolineare i progressi civili compiuti nel Secolo dei Lumi, riguardano la vicenda della conquista di Milano da parte dell’Imperatore Lamberto [1] all’inizio del ‘900, quella del prete Liprando sottoposto al “giudizio di Dio” [2], di due secoli dopo, e I due volti di Galeazzo II Visconti, ovvero: il Medioevo feroce nella civilissima Milano [3] .
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[…]
Nell’autunno del 1616 verso Ottobre il Senatore Melzi s’ammalò con dolore allo stomaco, non aveva febbre, ma inapetenza, poi dimagrò e perdette il sonno. Il medico che lo assisteva era il sig. Fisico [4]Collegiato Giacomo Angelo Clerici. Ma vennero consultati anche i due Fisici Collegiati S.r Lodovico Settala e Sig.e Giovanni Battista Selvatico. Erano già passati due mesi da che languiva per quest’incomodo il Senatore quando venne verso la metà di Dicembre a visitarlo il Caitano Vacallo il quale vedendo che il Senatore aveva in sua casa per cameriera Catterina Medici da lui altre volte conosciuta avvertì il Senatore che quella era una famosissima strega e la peggiore che si potesse trovare poiché aveva maleficiato lui mentre stava in sua casa. Due figlie del Senatore monache in S. Bernardino informate di questo si fecero mandare i cuscini del letto del Senatore e vi trovarono de’ nodi di piume e filo  con carboni e pezzetti di legno i quali portati al Curato di S. Giovanni Laterano esorcista furono tosto giudicati opera diabolica di stregheria. Si venne in formalità ad abruciarli nella stanza del Senatore cogli esorcismi, e mentre si bruciavano crebbero i dolori allo stomaco dell’ammalato. Allora il Dottor Collegiato Sig.e Lodovico Melzi figlio del Senatore imprigionò in una stanza di casa Catterina Medici e gli disse che si sapeva già che ella aveva maleficiato il Senatore e che o li disfaccia se no che per giustizia si sarebbe fatta abbruciare. Ed a principio negò essa Caterina. Il processo non dice con quai terrori venisse poi costretta ad accusare se medesima quell’infelice; ma si vede che si accusò prima che fosse posta [in] prigione. Si pretendeva che fosse marcata diabolicamente sulla schiena ed ella asserì che potevano essere state le copette tagliate. Il Curato di S. Giovanni Laterano venne a due ore di notte e dopo di avere esorcizata Catterina Medici, la obbligò a stendersi per terra ed ei calpestandola le pose un piede sul collo e in quella positura l’obbligò a rinunziare alle supposte promesse fatte al Diavolo, ma ella stette sempre salda et alle mie parole et alle minacce del S. Lodovico figlio di detto S. Senatore né volle mai per quella sera dir altro = Esame del Cav.re Andrea Cavagnolo.

Il motivo per cui il Capitano Vacallo si credeva maleficiato fu perché aveva in cua casa questa Catterina Medici ed era innamoratissimo, onde si consigliò col P. Scipione Carera col P. Albertino e col Sig.e Girolamo Omati e mi levorono di casa la detta Caterinetta et la menorono nel Refugio et la notte seguente volsi morire di spavento, de tremori, et de passione di cuore, et gridavo che pareva mi fosse strepato il core, et così penai tutta la notte et la mattina seguente andai dal Curato di S. Giovanni [5]Laterano, et lì confersi quanto passava et lui dopo havermi letto, et esorcizato, mi disse, che ero malamente maleficiato, et venne a casa mia et nel letto et piumazzo trovò molte porcarie e fra le altre un filo longo al circolo del mio capo, con sopra tre nodi distinti, uno stretto, l’altro meno, e il terzo più vano; et mi disse detto Curato che se il terzo nodo si stringeva più sarei stato sforzato a sposarmi con detta Cattarina o morire. Et veramente a me pareva che se havessi havuto tutto il mondo da una parte, et dall’altra la detta Cattarina, havrei pigliato lei et lasciato tutto il mondo. Egli partissene da Milano per andare nella Spagna e mentre andavo a Genova per andare a Spagna pareva ch’io fossi menato alla Forca, et colà mi venne tentazione di gettarmi nel mare, et mi venivano certe passioni di cuore come fossi stato per morire.

Ivi mentre stava rinchiusa in una stanza nella Casa Melzi e assediata da una moltitudine di domestici e familiari venne forzata a insegnare il modo per guarire il Senatore ed ella disse: che bisognava tor una fascia nuova et con essa miaurare il Sig.e Senatore per larghezza et per lunghezza et farli porre tre volte le braccia in croce prostrato prima il letto con la pancia in giù et che lei l’avrebbe levato dal letto facendogli dire in quell’istante tre Pater e tre Ave Maria da duoi figliuoli vergini a onore della Santissima Trinità, et che lei nell’atto che avesse levato il Sig.e Senatore dal letto con la fascia sotto la pancia avrebbe detto chi leva Senic e chi la sanità et che in tal modo il maleficio restava disfatto et il Sig.e Senatore sarebbe guarito.

Il Sig.e Lodovico Settala esaminato il giorno 28 Dicembre 1616 avendo egli circa 64 anni espone così: Io più d’una volta ho sentito dal Sig.e Senatore che pativa dolori di stomaco stravaganti, e che all’improviso sopragiungevano et all’improviso si partivano, restando libero come se non avesse avuto male, e che pure non vi dava alcuna occasione per la qual cosa domandò ajuto e a me e al Sig.  Medico Clerici perché s’andava ogni giorno smagrendo e consumandosi. Facessimo collegio dieci o dodici giorni fa nel quale sebbene attendessimo alla cura come a male naturale, restassimo però con qualche maraviglia della maniera dei dolori, poiché sendo così stravaganti, ci pareva esservi dentro cosa, che ben bene non si poteva ridurre a soli principi naturali, sendo ancora che lui non aveva mai avuto febre; ma da pochissimi giorni in qua mi fu detto che s’era scoperta quella malattia avere origine da causa sopra naturale, sendosi scoperto in casa sua una donna sospetta di strega; per il che subito mentre me ne andai dal detto Sig.e Senatore per intendere i particolari, per certificarmi della verità di questo più confermandomi del mio dubio primiero delle stravaganze de’ passati accidenti potendoli ridurre a questa causa sopranaturale delle malie, tanto più avendone visto molti altri esempi in questa Città ne’ quali essendosi noi affaticati in vano con rimedj naturali, scoperti poi esser causati da malie si rendevano curabili con esorcismi soliti, e intesi come questa donna aveva confessato la verità d’aver fatto i malefici a questo Signore, [6] anzi di più sendosi trovato presente alla mia visita un religioso esorcista di molto valore, mi disse avere scoperto questa donna essere strega famosa e professa anzi esser delle segnate e marcate dal Demonio, e per ciò non mi maraviglio, che il male di detto Sig.e Senatore non cedesse, e lo stesso Sig.e Lodovico Settala in altro esame espose così: Considerando io la qualità de’ dolori che ha detto Sig.e Senatore, la continuità loro, la parte offesa che è tutto il ventricolo parte principalissima che comunica col cuore, che è destinata dalla natura ad uso necessarissimo, cioè alla preparazione e digestione de’ cibi, dico tale infermità esser tale che senza dubio alcuno era per apportar la morte per la veemenza de’ dolori, per l’impedimento delle azioni e per l’impedimento del dormire che già si vedeva, per il principio della magrezza, e della consunzione della carne, anzi credo io certo questi malefici non esser fatti ad amorem come spesse volte si fanno, ma ad mortem come sogliono le Maghe promettere al Diavolo tanto l’anno, perché per la lunga sperienza che ho avuto in varj casi occorsimi di maleficj ad amorem portano accensione di spiriti, comozione di sangue, passione di cuore, alienazione qualche volta di mente con desiderj carnali, ed in particolare con rabbiosi effetti verso alcuno; non dolori di stomaco, non simili accidenti in tutto contrari, se non qualche volta per errori fatti da qualche maga non esperta, come non è verisimile esser costei  avendo inteso dal Esorcista che con lei a lungo ha trattato, costei essere strega pratica e professa et marcata, che vuol dire esser Dottorata in simil arte, e perciò concludo tali maleficj più tosto esser stati ad mortem come sogliono, come ho detto, fare e promettere in grazia del Demonio; e questo è quanto posso dire, colto e dall’esperienza pratica che ho avuto in simili casi, e per quello che ho letto ne’ gravi Scrittori che di questa materia trattano.

[…]

Questa infelice doveva essere circa 44 anni quando fu giuridicamente assassinata. Ella era nata in Bronno da Giovanni de’ Medici Maestro di scuola. Dapprincipio negli esami si dichiarava innocente, poi venne tormentata e la sentenza [7] del Senato fu:

1617 Die decima Januarii

Senatus mandavit ad relationem egregii Capitanei Justitiae dictam Catharinam torturae subiici debere adhibita ligatura canubis ac etiam taxillo arbitrio Curiae pro habenda ulteriori veritate, ac etiam super aliis

e nel giorno stesso 10 Genn. Esaminata negat scire quid sit ludum vulgo Barilotto negat etiam scire formam liberandi D. Senatorem a praedicto maleficio. Negat che il demonio fosse assistente ecc. Redarguita perseverat in negativa… tunc fuit ei comminata tortura ad formam ecc. ubi non dicat veritatem… respondit non ho fatto altro… et cum propterea  fuerit ei funis brachio dextero applicata, et eodem stringeretur dixit dirò la verità fatemi desligare, et sic soluta e allora recitò una lunghissima fila di barilotti e maleficj i più pazzi e strani.

[…]

Caterina Medici (Broni, 1573 – Milano, 4 marzo 1617)

Note biografiche tratte da www.ereticopedia.org

Si sposò a tredici anni con Bernardino Zagalia, detto Pinotto. Il marito era di Piacenza ma la coppia andò a vivere a Pavia. La giovane donna fu costretta dal marito a prostituirsi. Rimasta vedova attorno al 1592, iniziò a lavorare come serva a Pavia e nel Monferrato. Dal padrone Giovanni Pietro Squarciafico, di mestiere capitano, ebbe due figlie (e una terza figlia non fu da questi riconosciuta). Dopo una lunga convivenza con Squarciafico a Occimiano, nel 1611 rientrò a Pavia e l’anno seguente si trasferì a Milano, continuando a lavorare come serva.
Nel 1616 entrò al servizio del senatore milanese Luigi Melzi d’Eril. Iniziando improvvisamente questi a soffrire di dolori allo stomaco e di melanconia, Caterina Medici fu accusata, nel dicembre 1616. di avergli fatto un sortilegio. Fu un ex padrone della donna, il capitano Vacallo, ad accusarla per primo. La donna confessò subito. Sottoposta a processo, nel corso del quale fu impiegata la tortura, fu infine condannata a morte dal Senato di Milano.
L’esecuzione, a conclusione di uno spettacolo pubblico nel corso del quale la donna fu esposta su un carro e torturata di nuovo con tenaglie roventi, avvenne per impiccagione il 4 marzo 1617 (il cadavere fu quindi bruciato sul rogo).

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