La norma del 2009 che sostanzialmente vieta allo straniero senza permesso di soggiorno di registrare all’anagrafe la nascita di un figlio è un obbrobrio che va superato al più presto (anche se, per fortuna, una circolare ministeriale la disapplica)
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Lettera pervenuta il 23 ottobre 2019 – In argomento v. anche l’articolo di Gianpiero Dalla Zuanna La legge sullo ius soli all’esame del Senato [1].
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[2]Caro professor Ichino,
leggo con interesse gli articoli della sua Newsletter che i titoli mi suggeriscono essere più vicini ai miei interessi . Ora le scrivo per sollecitare una sua opinione su un tema che mi sta a cuore perché – a mio parere – attiene a un diritto umano fondamentale da dieci anni tradito anche nella sua limpida accezione proposta dal codice civile come “la capacità giuridica [che] si acquista dal momento della nascita”.
Infatti nel 2009 la legge 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica – art. 1 comma 22 lettera g) impose la presentazione del permesso di soggiorno ai genitori non comunitari che chiedessero la registrazione della nascita di un figlio, introducendo una modifica alla precedente legge 6 marzo 1998, n. 40 che, proprio in riferimento a quel preciso adempimento, escludeva la necessità di quel documento.
È evidente che i genitori che si trovino in difficoltà, non disponendo, quale che ne sia la ragione, del permesso di soggiorno o di altro titolo equipollente, possono essere indotti a non registrarne la nascita perché il rispetto del diritto del proprio figlio al certificato di nascita ne fa una spia della situazione dei propri genitori, condannati all’espulsione (3° Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, anno 2016-2017).
Contestualmente all’entrata in vigore della legge n. 94/2009 fu approvata la circolare ‘interpretativa’ del ministero dell’Interno n. 19/2009 che afferma – sul punto specifico – l’esatto contrario della legge.
Per me, non solo cittadina che pur vecchia cerca di essere consapevole, ma anche madre di tre figli ormai abbondantemente adulti, è intollerabile che la sicurezza dovuta a un soggetto debole (il neonato) sia affidata al più debole degli strumenti amministrativi (una circolare, tra l’altro assai poco pubblicizzata). [3] Mentre sottolineo che nessun partito nel corso dei dieci anni trascorsi si è voluto fare carico della modifica della legge, segnalo che per la prima volta una ministra della Repubblica si è fatta con lucidità e rispetto del proprio ruolo garante della circolare n. 19 (allego il relativo testo come l’ho registrato nella mia poca abilità grafica) .
La ringrazio dell’attenzione a una questione su cui mi piacerebbe conoscere il suo parere.
Augusta De Piero – Udine
depieroaugusta@gmail.com
Cara Augusta, la mia opinione su questo argomento è in tutto e per tutto coincidente con la sua. La ringrazio di questa occasione che mi dà per esprimerla pubblicamente, e anche dei riferimenti normativi, che metto qui a disposizione dei parlamentari che vorranno attivarsi per correggere il vero e proprio… mostro giuridico che la indigna. (p.i.)
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