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LA FUNZIONE POLITICA DEI LIB-DEM E IL MODO IN CUI POSSONO SVOLGERLA

Superare la contrapposizione liberismo/socialismo attraverso la combinazione di quattro principi: contendibilità di ogni funzione, pari opportunità di accesso, valutazione rigorosa, trasparenza totale

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Primo editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 540, 22 marzo 2021 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 17 settembre 2019, Perché sarebbe stato meglio che non fosse Renzi a fondare il partito di centro [1] .
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Marco Bentivogli, promotore dell’iniziativa Unire i riformisti – Sotto: Enrico Morando, presidente di LibertàEguale

Nell’ultimo fine settimana si sono svolti due incontri web molto importanti nell’area lib-dem: sabato quello di LibertàEguale, domenica quello intitolato Unire i Riformisti. Nei quattro minuti che sono stati assegnati per ogni intervento mi sono proposto di spiegare perché, anche sulla base dell’esperienza di Scelta Civica, dubito della prospettiva di un partito liberal-democratico al centro dell’arco politico. I liberal-democratici oggi costituiscono una evoluzione moderna e sofisticata rispetto a due radici ideali novecentesche: quella socialista da un lato, quella liberale-liberista dall’altro; e attingono la loro forza dalla conquista del consenso nell’area in cui rispettivamente affondano le loro radici. Essi prosperano se hanno successo in questa opera di trasformazione svolta nei confronti delle rispettive grandi platee di riferimento. Quale trasformazione? Verso un modello di società nel quale la contrapposizione pubblico/privato o liberismo/dirigismo è superata attraverso la combinazione di quattro principi, forse quattro facce di un principio solo: piena contendibilità di ogni funzione, pari opportunità per tutti di accesso a ciascuna funzione, valutazione rigorosa dell’efficienza ed efficacia, trasparenza totale. Tre cose sono evidenti: la prima è la piena compatibilità di questa prospettiva con ciascuna delle due radici novecentesche menzionate; la seconda è la perfetta congruenza di questa prospettiva con la strategia della “riforma europea” dell’Italia e della costruzione della UE; la terza è la possibilità dell’alternanza, fermi i quattro principi fondamentali, tra una declinazione della linea liberal-democratica più di sinistra e una più di destra. [3]L’ampia area lib-dem deve dunque avere chiara coscienza di sé e della propria importanza decisiva, deve coltivarla con iniziative come quelle di sabato e domenica, ma non deve rinunciare al proprio dovere fondamentale: quello di essere egemone sia nell’area di centro-sinistra, sia in quella di centro-destra.

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