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IL GUAIO DELLA DESTRA ITALIANA, SOVRANISTA E NON LIBERALE

Col tramonto di Forza Italia, l’ala conservatrice in bilico tra Meloni e Salvini si caratterizza non solo per l’antieuropeismo, ma anche per il suo essere “liberale” soltanto a parole, sia in campo economico sia in quello dei diritti civili

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 548, 2 luglio 2021 – In argomento v. anche i miei due editoriali telegrafici i cui link compaiono all’inizio dell’articolo

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[1]In Francia alle elezioni presidenziali del 2017 [2], come già nelle regionali del 2015 [3], quando si profilò il rischio di un successo degli antieuropeisti di Marine Le Pen, la destra repubblicana non esitò a far fronte comune con la sinistra democratica per la difesa del ruolo cruciale del Paese nella costruzione dell’UE. Qui da noi, invece, col tramonto di Forza Italia, la destra divisa a metà fra Lega e FdI si colloca nettamente sul versante sovranista. Questa destra si dice “liberale”, ma lo è pochissimo: è quella che si sgola di più contro ogni ipotesi di ritorno a una politica di contenimento del debito pubblico; che proclama ogni giorno la riduzione delle tasse, ma senza indicare quali dovrebbero essere ridotte e viceversa appoggiando senza ritegno tutte le rivendicazioni di aumento della spesa pubblica; che non si oppone neppure con un timido balbettio a chi teorizza un ritorno stabile dello Stato nella gestione delle imprese; che tace di fronte alla proposta puramente demagogica della “sospensione del brevetto” sui vaccini anti-Covid; che addirittura scavalca la sinistra a sinistra rivendicando la proroga del blocco dei licenziamenti, misura sconosciuta negli altri Paesi dell’Occidente industrializzato e dannosa per le stesse persone che dovrebbero esserne protette. E poi, liberali possono dirsi le forze politiche che fanno proprie le battaglie per la libertà della scienza e la libertà di autodeterminazione delle persone: la destra nostrana, invece, è quella che ha impedito all’Italia di dotarsi di una legge sulla fecondazione assistita al passo coi tempi e, sui diritti civili e la prevenzione della discriminazione ai danni di omosessuali e transessuali, si schiera con la parte dell’opinione pubblica meno liberale. Oggi il sostegno obbligato della Lega al Governo Draghi rende la cosa meno evidente; ma la nostra non è soltanto una destra euroscettica e sovranista: è proprio una destra illiberale, sia in campo economico, sia sul terreno civile e sociale. E questo pone un problema grave per il futuro del nostro Paese e della stessa UE.

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