- Pietro Ichino - https://www.pietroichino.it -

LANDINI, LA SICUREZZA DEL LAVORO E IL VACCINO

Come si fa a battersi per aumentare la sicurezza sul lavoro, predicando l’azzeramento dei rischi, e poi opporsi – come fa il leader della Cgil – all’unica misura veramente radicale contro il rischio di contagio?

.
Intervista a cura di Alessandra Ricciardi, pubblicata su
Italia Oggi il 22 luglio 2021 – In argomento v. anche Appello a Draghi sulla vaccinazione nelle scuole [1] .
.

[2]Francamente non capisco la posizione di Landini. Come si fa a battersi per aumentare la sicurezza sul lavoro, predicando l’azzeramento dei rischi, e poi opporsi al green pass? Oltretutto, la norma che autorizza l’imprenditore ad adottare questa misura c’è già». Pietro Ichino, giuslavorista dell’università di Milano, considerato il padre del Jobs act, ex sindacalista della Fiom Cgil e parlamentare del Pd, smonta le critiche di quanti si oppongono all’obbligo della vaccinazione per accedere ai luoghi di lavoro. Obbligo perfettamente legittimo non solo nel pubblico, scuola in testa, ma anche nel privato, dice Ichino. Che a chi
sostiene violazioni della privacy in merito alla richiesta di esibire il green pass obiettiva: «Il diritto alla privacy è un diritto eminentemente disponibile: così come ciascuno può disporre del proprio diritto all’immagine, allo stesso modo ciascuno può validamente stipulare un contratto contenente un vincolo, come quello
di esibire un certificato di vaccinazione».

Domanda. Il governo, non senza tensioni interne alla maggioranza, sta per prevedere l’obbligo del green pass per l’utilizzo dei mezzi di trasporto e la frequentazione di luoghi pubblici o aperti al pubblico. Il garante per la privacy si è schierato contro: violerebbe la Costituzione. È così?
Risposta. Ma neanche per idea! L’articolo 32 della Costituzione sancisce la libertà di ogni cittadino di sottrarsi a qualsiasi trattamento medico-sanitario, salvo che l’obbligo sia previsto dalla legge. In ogni caso, non attribuisce a nessuno la libertà di mettere a rischio la sicurezza e la salute altrui, che costituiscono invece il bene prioritariamente protetto da questa norma.

D. Uno dei dossier maggiormente divisivi è la previsione dell’obbligo, come già avviene nella sanità, di vaccinazione per tutto il personale scolastico.
R. A me sembra ovvio che, come si è previsto questo obbligo per il personale medico-sanitario, lo si preveda anche per quello scolastico. Non possiamo assolutamente permetterci un altro anno di didattica a distanza.

D. Ma serve una legge per la scuola?
R. Ho sostenuto che il ministero dell’Istruzione, in qualità di datore di lavoro, avrebbe già oggi il potere-dovere di richiedere la vaccinazione a tutti gli addetti agli istituti scolastici, sulla base dell’articolo 2087 del Codice civile, cui si aggiungono gli articoli 15 e 20 del Testo Unico sulla sicurezza nei posti di lavoro. Ci sono già almeno due sentenze di giudici del Lavoro – di Udine e di Belluno – che lo confermano, con riferimento proprio a queste norme di applicazione generale.

D. Intende dire che il ministero dell’Istruzione potrebbe decidere da solo?
R. La legislazione vigente gliene darebbe già il potere, visto che al rapporto di lavoro degli insegnanti quelle norme si applicano esattamente come a quello di lavoro privato. Certo, logica vuole che, se una decisione di questa natura viene adottata, sia il Governo nel suo insieme a prenderla.

D. Si può prevedere il green pass anche per lavorare nel privato?
R. Certo che sì: che senso avrebbe prevederne l’utilizzazione per l’accesso a uno spettacolo, o a un mezzo di trasporto, e non per l’accesso a un posto di lavoro dove ci sia un rischio di contagio?

D. Confindustria lo chiede a gran voce.
R. La Confindustria fa bene a chiedere al Governo questo provvedimento di carattere generale, perché esso gioverebbe molto per la prevenzione del rischio di una quarta ondata della pandemia, con danni gravissimi per i lavoratori, le imprese,  e l’erario.

[3]

Maurizio Landini

D. Ma la Cgil di è schierata contro.
R. Francamente, non riesco a capire questa presa di posizione di Maurizio Landini, che peraltro so non essere affatto condivisa da diversi esponenti della Cgil, anche di alto livello. Come si fa a battersi per aumentare la sicurezza sul lavoro, predicando l’azzeramento dei rischi, e poi opporsi a questa misura legislativa? Olteretutto, come ho già detto, la norma che autorizza l’imprenditore ad adottare questa misura c’è già.

D. Anche il Garante della Privacy, però, si è messo di traverso.
R. Ed è stato per questo duramente criticato da giuristi autorevolissimi, come Sabino Cassese e Giovanni Maria Flick, oltre che da molti altri. Il Garante – che mostra di ignorare la strage di privacy inflittaci quotidianamente in mille modi – quando si parla di vaccinazione dimentica del tutto il necessario bilanciamento tra il diritto al riserbo e un altro valore costituzionale importantissimo, qual è la protezione della salute della collettività.

D. Cosa accadrebbe a chi dovesse decidere di non vaccinarsi? Potrebbe essere trasferito dal datore di lavoro ad altro incarico o anche essere sospeso con la perdita dello stipendio?
R. Per il settore medico-sanitario, il decreto-legge n. 44/2021 prevede dove possibile il trasferimento ad altra mansione, anche di livello inferiore; dove non sia possibile, la sospensione senza retribuzione.

D. Non si rischia di aprire a modifiche unilaterali, e punitive per i lavoratori, del contratto di lavoro?
R. Nessuna modifica: il contratto di lavoro obbliga sempre il dipendente a conformarsi alle misure di sicurezza ragionevolmente richieste e indicate dal datore di lavoro. Oggi nessuno può ragionevolmente dubitare che la vaccinazione costituisca la misura di protezione più efficace e radicale contro la diffusione del contagio.

.