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APPUNTI SULLA PRECARIZZAZIONE DEL LAVORO

La tendenza alla riduzione della durata media dei rapporti di lavoro è un fenomeno che si registra da tempo – La protezione del lavoro dovrà essere sempre più focalizzata sulla necessità di sostenere la persona nella transizione dalla vecchia alla nuova occupazione

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Dichiarazione rilasciata a Patrizia Ginepri e pubblicata sulla
Gazzetta di Parma il 4 aprile 2022 – In argomento v. anche la mia intervista del 17 giugno 2021 allo Huffington Post Il problema del lavoro povero e la questione del minimum wage  [1].

[2]La tendenza alla riduzione della durata media dei rapporti di lavoro è un fenomeno che si registra da tempo a tutte le latitudini e le longitudini: è la conseguenza, per un verso, dell’accelerazione del ritmo di obsolescenza delle tecniche applicate, per altro verso della globalizzazione, che aumenta l’incertezza del quadro in cui le imprese operano. Però il modo in cui si dà conto dei dati statistici relativi a questo fenomeno non è sempre corretto: i giornali riportano solitamente il dato di “flusso” indicante che due terzi o tre quarti delle nuove assunzioni sono con contratti a tempo determinato, ma non riportano il dato di “stock”, secondo cui in Italia oggi la frazione di forza-lavoro impiegata a termine è inferiore al 15 per cento del totale, dunque inferiore alla media europea. Questo significa che, sì, due assunzioni su tre o tre su quattro sono a termine; ma poi nell’arco di due o tre anni la gran maggior parte di questi rapporti si stabilizzano.

Per altro verso, occorre considerare che in tutto il mondo sviluppato il mercato del lavoro sta trasformandosi in quello che i sociologi indicano come un “mercato transizionale” [3]: sarà sempre più diffuso il caso della persona che cambia lavoro molte volte nell’arco della propria vita, anche per propria scelta. Il fenomeno della Great Resignation non riguarda soltanto gli USA, ma anche tutta l’Europa occidentale. In questo contesto, la protezione del lavoro dovrà essere sempre meno tesa a impedire la transizione da un’azienda a un’altra, e sempre più focalizzata sulla necessità di sostenere la persona nella transizione dalla vecchia alla nuova occupazione, e di rafforzare la possibilità di scelta del proprio lavoro da parte di ciascuno, potenziando i servizi di informazione, formazione mirata agli sbocchi occupazionali effettivi, assistenza alla mobilità.

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