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APPUNTI SUL PARTITO DI CENTRO CHE STENTA A NASCERE

In attesa di un leader dotato di un carisma più forte della spinta a dividersi propria dei liberal-democratici, il loro compito sarà di impegnarsi dentro i partiti maggiori per rafforzarne l’impegno europeista e per la società aperta

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 569, 27 giugno 2022 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 22 marzo 2021, La funzione politica dei lib-dem e il modo in cui possono svolgerla [1]

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[2]Alla fine del 2012, nel passaggio dalla XVI alla XVII legislatura, Mario Monti diede vita a un partito destinato a collocarsi al centro dell’arco parlamentare, con una forte connotazione liberal-democratica ed europeista. Le premesse per il successo c’erano tutte: il leader era una persona di grande valore e prestigio; il programma, incardinato sul ruolo dell’Italia come protagonista nella costruzione della nuova UE, era chiaro e incisivo; nei gruppi parlamentari figuravano persone perbene e molto apprezzate nei rispettivi campi di attività (da Ilaria Capua a Irene Tinagli, da Lucio Romano a Giampiero Dalla Zuanna, da Alberto Bombassei a Linda Lanzillotta, per menzionarne soltanto alcuni). Nelle elezioni del febbraio 2013 le liste di quel partito, che aveva assunto il nome di Scelta Civica, ottennero all’incirca il 10 per cento dei voti; già dopo un anno, però, una parte dei suoi parlamentari se ne distaccò verso destra; e all’inizio del 2015 la parte rimanente confluì nei gruppi Pd di Senato e Camera. Che cosa era andato storto?

Tra gli eletti di Scelta Civica c’ero anch’io; e la sola spiegazione che sono riuscito a darmi è questa: l’idea-forza liberal-democratica da sola non è in grado di mobilitare la massa degli elettori. In quel caso non è stata in grado nemmeno di tenere unito un gruppo di persone colte e perbene elette sotto il simbolo che la rappresentava: al dunque hanno prevalso le divisioni fra “laici” e “cattolici”, o fra chi era più orientato a cercare alleanze a destra e chi più a sinistra. Mi sono convinto che, finché non appaia all’orizzonte un politico dotato di un carisma più forte della spinta a dividersi di norma predominante fra i liberal-democratici, il compito di questi ultimi sarà quello di impegnarsi dentro i partiti maggiori di centrodestra o di centrosinistra cercando di diventare egemoni dall’una parte e dall’altra. Ma anche – perché no? – se necessario quello di lavorare per indurre i partiti stessi dell’una e dell’altra parte ad allearsi contro gli estremismi e i populismi di destra e di sinistra.

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